di Redazione – Tra quindici giorni 87mila contribuenti pontini saranno chiamati a pagare la prima rata della TASI. Sono 22 i Comuni che hanno pubblicato le aliquote entro il 18 settembre, mentre ad Aprilia, Campodimele, Formia, Maenza, Monte San Biagio, Norma, Ponza, Rocca Massima, Sonnino e Terracina la prima rata è stata già saldata a giugno. Solo a Roccasecca ancora non è stata fissata l’aliquota.
Secondo l’analisi effettuata dalla Uil Pensionati, la media delle aliquote applicate dai Comuni pontini (2,14 per mille) è più altra di quella nazionale intorno al 2,05 per mille. Sempre in media ogni contribuente pagherà circa 137 euro di Tasi da dividere nelle due rate di settembre e dicembre.
Mettendo i Comuni pontini a confronto si vede che le aliquote più alte sono a Latina, Monte San Biagio e Sezze che applicano il 3,3 per mille, seguono Aprilia, Cori, Formia, Gaeta, Minturno, Norma, Ponza, Prossedi, Roccamassima, Roccagorga, Sabaudia, Santi Cosma e Damiano, Sonnino e Terracina con il 2,5 per mille, ad Itri si paga il 2,4 per mille; a Priverno il 2,3 per mille; a Lenola, Maenza, Spigno Saturnia e Ventotene il 2 per mille; a Cisterna l’1,8 per mille; a Sermoneta l’1,58 per mille; a Bassiano l’1,2 per mille; e a Campodimele, Castelforte e San Felice Circeo l’1 per mille.
Sperlonga è l’unico Comune che non fa pagare la TASI sulla prima casa ma ha imposto un’aliquota del 2 per mille sulle case locate di cui una quota del 30% a carico degli inquilini.
Inoltre di questi solo 9 Comuni hanno provveduto a introdurre detrazioni per le fasce più deboli, mentre in 12 saranno anche gli inquilini a pagare la TASI con una quota compresa tra il 10% e il 30% della TASI. Nello specifico a Bassiano, Cisterna, Fondi, Gaeta, Maenza, Monte San Biagio, Roccagorga e Terracina, la quota per gli inquilini e del 10%; a San Felice Circeo, Sezze e Ventotene il 20%; a Campodimele, Itri, Lenola, Norma, Pontinia, Roccamassima, e Sperlonga il 30%.
“Purtroppo – spiega Francesca Salvatore segretaria della Uil Pensionati che ha stilato questo confronto tra i Comuni pontini -, per chi vive con un reddito da pensione la pressione fiscale aumenta e non diminuisce. I Comuni, a corto di risorse e nell’incertezza più totale, scelgono la via più facile: rivedere al rialzo le aliquote delle imposte locali, anziché concentrarsi sui tagli alla spesa improduttiva ad iniziare da quella per i costi della politica”.