Dice di non credere nella solidarietà tra donne Giorgia Meloni, eppure, è stata proprio l’intervista con Silvia Toffanin nel salotto di Verissimo, trasmissione di punta di Canale 5, a farle ottenere maggior credito.
Il taglio familiare, femminile, umano (anche se a livello mediatico pur sempre elettorale) sollecitato dalla nuora di Silvio Berlusconi ha creato un gioco di squadra, e “solidale”, che è risultato vincente.
Nel libro “Sono Giorgia” – il cui titolo ricorda un suo intervento pubblico durante il quale all’urlo fiero del nome faceva seguire “…sono una donna” per illustrare alla folla la linea di Fratelli d’Italia – scrive di essere contro le quote rosa “perché una donna il potere deve meritarlo e non lasciare che le venga concesso da un uomo”, proprio come è successo nel partito di cui è alla guida.
L’uscita della biografia di Giorgia Meloni è prevista per domani (11 maggio) ma la leader FdI, che deve il suo “successo” politico anche all’elettorato di Latina, risulta già in forte ascesa secondo le ultime rilevazioni dell’Istituto Demopolis per Rai Radio 1. Il sondaggio, realizzato il 5 e 6 maggio scorso su un campione stratificato di 2.000 intervistati, dà la “squadra” Fratelli d’Italia al 18,4%. Crescita che direbbe dovuta proprio al ruolo di opposizione e che la pone ad appena tre punti di distacco dalla Lega di Matteo Salvini.
Eppure c’è chi ha deciso di boicottare il libro di Meloni, come la titolare di una libreria di Roma. Qui poco c’entra la competizione tra donne, quanto piuttosto la capacità di sfruttare l’onda per farsi notare saltando sul carro della “concorrenza” e ottenere pubblicità gratuita. Situazione che si è ripetuta anche con altri personaggi.
In questo caso ciò che colpisce è la limitata “libertà e autonomia” dei librai che, invece, non dovrebbero decidere loro per i propri clienti il tipo di testi da leggere.