di Francesco Miscioscia – Erano cinque in pontini candidati alle elezioni europee e nessuno di loro è riuscito a conquistare un seggio al Parlamento europeo. Armando Cusani con Forza Italia, Enrico Tiero con il Nuovo Centrodestra, Pasquale Maietta con Fratelli d’Italia, Antonio Raimondi con Scelta europea e Umberto Fusco della Lega Nord sono stati tutti bocciati dalle urne.
Di certo un discreto successo personale lo ha avuto Cusani che con 55.401 preferenze poteva ben sperare in un posto a Bruxelles, ma che di certo non poteva prevedere la debacle del suo partito che nella circoscrizione centrale ha racimolato solo due seggi.
Con la conferma da parte della Mussolini di non voler rinunciare all’Europa – anche se molti dicevano che Fazzone sarebbe riuscito a convincerla a rimanere al Senato – Cusani si è dovuto rassegnare a tornare ad essere solo l’ex presidente della Provincia di Latina sospeso per effetto della legge Severino.
Nemmeno Frosinone, così come Latina, è riuscita ad esprimere un parlamentare europeo, pur avendo diversi candidati nelle fila del PD e di Forza Italia, e queste due province, così come Rieti e Viterbo, dovranno far riferimento a rappresentanti romani per portare le proprie istanze a Bruxelles. Infatti, non serve un esponente locale nel Parlamento europeo per far valere l’uno o l’altro progetto di questo o altro territorio. Basterebbe che gli amministratori locali presentassero un buon progetto, realizzato e strutturato secondo le normative Ue, per accedere ai finanziamenti che l’Europa mette a disposizione e che troppo spesso l’Italia e gli enti pubblici italiani fanno cadere nel vuoto.
Sono sicuro che qualunque parlamentare europeo, eletto nella circoscrizione centrale, o in qualunque altra, sia ben felice di farsi portavoce in Europa di un buon progetto che possa portare finanziamenti utili ad una pianificazione e una programmazione di interventi in un territorio piuttosto che in un altro.
Tutto sta nella volontà di farli questo progetti e di presentarli nel modo giusto e per fare questo non serve un pontino seduto al Parlamento europeo.