“Che a Latina vi sia la mafia lo sanno anche i sassi. Che la mafia utilizzi la politica è storia vecchia”.
Questa l’analisi, senza giri di parole, che Alessandro Di Battista, ex storico dirigente del Movimento Cinque Stelle, che si definisce attivista e reporter ed attualmente in cerca di sistemazione politica, diciamo così, ha fatto sul proprio profilo facebook.
Un attacco diretto alla città, ma attraverso il quale si vuole colpire la Lega, rimasta coinvolta nella vicenda della compravendita di voti, per la quale ieri è stato indirizzato un avviso di garanzia all’europarlamentare Matteo Adinolfi.
Ma l’analisi di Di Battista continua, tirando in ballo un altro dirigente della Lega laziale, e di Latina in particolare: “Dell’assenza della questione morale ne è la prova l’incredibile permanenza al suo posto del sottosegretario all’economia Durigon, potente politico leghista di Latina.
Durigon ha preso il posto di Alessio Villarosa, una delle persone migliori che io abbia conosciuto in Parlamento. Durigon si occupa anche di recovery plan e, mi dicono, sia stato uno degli artefici dello stop al cash-back. Durigon mesi fa è finito nella bufera per via di una inchiesta di FanPage. Durigon è stato pizzicato a promettere nomine a destra e a manca e, soprattutto, ha detto che il generale che indaga sui milioni della Lega l’hanno piazzato loro. Non solo. Ci sono incredibili ombre sulla gestione del suo sindacato nonché su alcune frequentazioni dello stesso Durigon in quel di Latina”.
E ancora: “Per me (come disse Giuseppe Conte poche settimane fa) è una vergogna che Durigon faccia ancora parte del “governo dei migliori”. Spero di non essere rimasto l’unico a pensarla così. Gli esponenti del Neo-Movimento (forse per non disturbare l’idillio draghiano) ormai tacciono e non si sa che fine abbia fatto la mozione di sfiducia tanto sbandierata quando il caso Durigon esplose. Ovviamente spero di essere smentito e che verrà calendarizzata presto e che Durigon venga sfiduciato. Speriamo, non vorrei che i “grillini-draghiani” temano di dover prendere decisioni in caso di probabile bocciatura della mozione stessa”.