di Redazione – Dilagano ancora le polemiche tra l’Amministrazione del Comune di Latina e l’Avvocatura del Comune stesso. Lo scontro – fa notare Nicoletta Zuliani, Consigliera del PD – in merito all’affidamento di un incarico a Giacomo Mignano, avvocato ed ex capo di Gabinetto del Sindaco Giovanni Di Giorgi.
“L’ex capo di gabinetto del sindaco – spiega la democratica – è stato incaricato a difendere il Comune in una causa intentata a carico dell’ente dai comproprietari di un lotto di terreno ubicato a Latina che si sono rivolti al Tar Lazio chiedendo l’annullamento della determina con cui la Conferenza dei Servizi ha negato l’istanza di permesso a costruire su dette aree. L’incarico come legale esterno è stato affidato a Giacomo Mignano. Peccato che tale affidamento sia stato fatto contro il parere dell’Avvocatura comunale”.
Nel parere espresso dall’avvocato Francesco Di Leginio, dirigente coordinatore dell’Avvocatura, infatti, si fa notare come il ruolo di difesa del Comune poteva tranquillamente essere assicurato dal personale togato interno all’ente, ovvero da legali membri dell’Avvocatura. Ragion per cui “non è assolutamente necessario incaricare un professionista del Libero Foro che difenda l’ente – prosegue la Zuliani – perché già ci sono gli avvocati interni stipendiati dal Comune a poterlo fare. Ricorrere ad un esterno non fa che gravare le casse comunali di un costo in più inutile. Inoltre l’incarico va contro l’art.2 del Regolamento dell’Avvocatura comunale in cui si legge che la rappresentanza, il patrocinio e l’assistenza in giudizio del Comune spettano al personale togato dell’ente salvo casi di comprovata incompatibilità o eccezionale e comprovata necessità, elementi questi ultimi che a detta del dirigente Di Leginio non sussistono in questo caso specifico”.
Dal canto suo, il Comune di Latina fa sapere che il rilievo mosso dall’esponente del Partito Democratico “riguarda un regolamento sbagliato e ormai superato, non a caso il segretario generale ha confermato la regolarità degli atti. Tra l’altro l’importo speso (circa 2.000 euro) è nettamente inferiore rispetto a qualsiasi altra soluzione, anche interna”.