I disagi sono quotidiani.
I pendolari sono costretti a confrontarsi con mille disservizi, sicurezza assente nelle stazioni e sui convogli, corse cancellate, guasti costanti, pulizia ridotta ad una chimera.
Questo è il quadro del trasporto pubblico del Lazio che all’efficienza ha sostituito criticità ed emergenza.
Una situazione insostenibile per migliaia di pendolari costretti a viaggiare su treni e autobus stracolmi neanche fossero carri bestiame, senza un’aerazione degna di essere definita tale.
Sono quotidiani gli appelli ad intervenire, per evitare che un servizio fondamentale sia solo un viaggio della speranza, da parte di cittadini e comitati.
Ma sinora l’unica cosa che viaggia veloce è la distanza del presidente della regione Lazio dalla realtà.
A dimostrarlo le dichiarazioni affidate ad un post proprio da Zingaretti solo qualche giorno fa.
Il leder del Pd parla di risultato storico e aggiunge.
“Sessantotto milioni di persone, quasi il 3% in più rispetto allo scorso anno hanno scelto di muoversi col treno e il tasso di puntualità del servizio è arrivato al 94,5%“.
La vita reale è ben distante dai trionfalismi del presidente che, forse, nel suo girare l’Italia per far crescere il consenso intorno al Pd ha sbagliato, parlando di risultato storico ed efficienza, Regione.
Per capire quale è la situazione gravosa che i pendolari vivono basterebbe che Zingaretti prendesse il treno per recarsi da Roma ad uno qualsiasi dei Comuni pontini.
O sarebbe sufficiente aprire gli occhi ed ascoltare chi sulle proprie spalle paga un servizio che non è degno di essere definito tale.