giovedì 30 Marzo 2023

Violenza sulle donne, insegniamo ai nostri figli, uomini e donne, cos’è l’amore

Nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne è tutta una serie di iniziative, eventi, interviste.

I fari si accendono sui dati che sono agghiaccianti. Il numero di omicidi, non uso volutamente il termine femminicidio, che hanno quali vittime le donne è sensibilmente in aumento proprio nella nostra provincia.

Si parla ovunque di violenza sulle donne, ci sono convegni, interviste su tutti i media nazionali e locali, approfondimenti.

Ma, evidentemente, non basta.

Si dice che si tratti di un problema culturale. Aggiungo che è una questione di sapere e conoscere cosa sia l’amore.

E questo insegnamento deve partire da noi, dalle famiglie, intese non solo come genitori.

A noi spetta il compito di insegnare e spiegare ai nostri figli, nipoti, fratelli, sorelle, cosa significa amare ed essere amati.

Smettiamo di parlare di omicidi passionali, iniziamo a chiamarli per quello che sono gesti di rabbia che sfociano, purtroppo, in tragedia.

Spieghiamo agli uomini di domani che un rifiuto non è lesa maestà ma è lecito e legittimo, che la violenza non è la soluzione a nulla, che ogni vita ha un valore inestimabile e nessuno ha il diritto di toglierla.

Spieghiamo alle donne di domani che la gelosia non è amore, che uno schiaffo dato o ricevuto, qualsiasi sia il contesto o la ragione, è inammissibile, che l’indipendenza intellettuale e culturale sono la strada maestra su cui trovare l’autonomia, la forza e il coraggio di denunciare quando una situazione degenera.

Spieghiamo agli uomini e alle donne di domani che un livido passa ma la ferita che causa dentro resterà indelebile e continuerà a sanguinare.

Non vergogniamoci di dire che noi o qualcuno che ci circonda ha sbagliato perchè il nostro errore o quello dell’altro potrebbe essere se spiegato evitato domani.

Spieghiamo che non è sano voler limitare l’autonomia, il pensiero, la libertà di alcuno, uomo o donna che sia. E che se il nostro impulso è quello dobbiamo ammettere di avere un problema e chiedere aiuto.

Non è, non può e non vuole essere questo il modo per evitare questa escalation di violenza ma è certamente uno strumento che riporta tutti i componenti di una società ad assumersi una responsabilità che è condivisa.

Perchè la donna uccisa oggi potrebbe essere la nostra figlia domani e l’autore di quell’omicidio potrebbe essere nostro figlio.

Non limitiamoci a condannare, diamo un contributo costante, quotidiano e fattivo alla crescita culturale del mondo che ci circonda e forse così riusciremo a salvare qualche vita.

Nessun evento se non accompagnato da tutto questo avrà mai effetto. E la retorica resterà il primo motore della violenza.

 

 

 

Alessia Tomasini
Nata a Latina è laureata in Scienze politiche e marketing internazionale. Ha collaborato con Il Tempo e L'Opinione ed è stata caporedattore de Il territorio e tele Etere per la politica e l'economia. L'esperienza nell'ambito politico l'ha vista collaborare con pubbliche amministrazioni, non ultima quella con la regione Lazio, come portavoce e ufficio stampa.

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