Una voca autorevole, quella di Guido Rasi, docente di Microbiologia all’Università di Roma Tor Vergata ed ex direttore esecutivo dell’Agenzia Europea dei Medicinali (Ema), che è intervenuto in merito al vaccino contro il Covid-19.
Il professore è stato chiamato a commentare la situazione del vaccino dai colleghi di RaiTre, durante la trasmissione Agorà.
Incalzato sulla necessità o meno di vaccinarsi, Rasi ha commentato: “Bisogna partire con l’evidenza e contare sul buon senso e la responsabilità sociale e civile delle persone. Dopodichè, per alcune categorie, è incompatibile il lavoro di alcune persone senza essere vaccinati”.
Quanto all’ipotesi di una sorta di patente vaccinale che permetta di individuare chi è vaccinato, secondo Rasi, “abbiamo tante tessere in tasca possiamo anche tenerci un foglio che dice ho il vaccino fatto, semplifica la vita”.
ulla dirata della copertura vaccina, il professore ha risposto: “ci aspettiamo duri minimo 9-12 mesi, le osservazioni reali sono finora di 6 mesi. Per ora sono tutte ipotesi, è fondamentale una campagna di monitoraggio stretta e puntuale anche per vedere le differenze tra i vari vaccini e fare tanti test sulle persone perché le varianti iniziano a esserci, anche se per ora va tutto bene”.
Uno dei problemi sollevati in questi giorni riguarda gli effetti collaterali del farmaco: “Oggi siamo credo a 2 milioni di somministrazioni” e su questo totale sono state registrate “8 reazioni” avverse “maggiori, ma che hanno tutte consentito in 24 ore alle persone di riprendere una vita normale. Se le stesse persone avessero contratto il virus, avremmo 100-120 morti” di Covid-19 in più.
Guido Rasi, sempre in riferimento al medicinale prodotto dalla Pfizer/BioNTech e approvato anche in Europa ha sottolineato come: “Il rapporto beneficio-rischio è assolutamente evidente e i numeri parlano da soli” ha tranquillizzato.
Per quelle che riguarda, invece, la ancora poco conosciuta ‘variante inglese’: “il rischio che sia resistente al vaccino ovviamente ci può stare – ha spiegato il microbiologo dell’università di Roma Tor Vergata – Ma abbiamo un elemento di grande ottimismo e cioè il fatto che il vaccino è stato creato contro un costituente fondamentale per il virus”, indispensabile al patogeno “per essere infettivo. Quindi se il virus facesse una mutazione” strutturale contro questo costituente, “probabilmente perderebbe la sua contagiosità”. In altre parole, non gli converrebbe. “I virus ci sorprendono sempre, ma partiamo da un ottimismo ben solido”, ha ribadito Rasi che, in conclusione del suo intervento, ha ribadito come: “Dovremo mantenere le precauzioni anti-Covid per almeno i prossimi 4 mesi, nonostante sia cominciata la vaccinazione. Il virus non ha perso nessuna delle sue caratteristiche di infettività – ha sottolineato – Anzi, mi sembra che tenda a evolvere e a essere sempre più efficiente».
Pertanto, “siccome prima di 4-6 mesi non avremo qualche beneficio” dalla campagna di profilassi, “il comportamento deve essere assolutamente stretto, assolutamente rigoroso – ha ammonito Rasi – come abbiamo fatto nei momenti in cui abbiamo ottenuto maggiori successi nel limitare la diffusione”.