Farà tappa anche a Terracina la campagna educativa “Una vita da social“, in collaborazione con il ministero dell’Istruzione nell’ambito del progetto “Generazioni Connesse”.
Giovedì 9 dicembre la polizia incontrerà gli studenti in via G. Marconi nell’area antistante l’esercizio commerciale L’Ammiraglio.
Per entrambi gli eventi l’inizio è previsto per le 8.30 con l’accoglienza degli studenti da parte del personale della Polizia postale di Latina.
È inoltre previsto uno spazio dove sarà presente personale addetto al Controllo del Territorio, della Polizia Scientifica, della Polizia Stradale e del Centro Cinofili, con apparecchiature e mezzi tipici delle proprie attività.
Nella scorsa edizione gli operatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni hanno incontrato oltre 2 milioni e mezzo di studenti sia nelle piazze che nelle scuole, 220.000 genitori, 125.000 insegnanti per un totale di 18.500 istituti scolastici e oltre 350 città sul territorio, una pagina Facebook con 132.000 like e 12 milioni di utenti mensili sui temi della sicurezza online.
L’obiettivo dell’iniziativa è quello di prevenire episodi di violenza, vessazione, diffamazione, molestie online, attraverso un’opera di responsabilizzazione in merito all’utilizzo della “parola”. Gli studenti attraverso il diario di bordo https://www.facebook.com/unavitadasocial/ potranno lanciare il loro messaggio positivo contro il cyberbullismo.
Il mondo dei social esercita un importante influenza sulle condotte dei giovani che sempre più spesso restano “contagiati” da modelli sociali trasgressivi completamente sconosciuti ai genitori.
La frequentazione massiva dei social-network occupa sempre di più il tempo dei giovani creando dipendenza. Una situazione che certo non è migliorata con le misure restrittive e l’assenza di contatti umani tra adolescenti acuita dalla chiusura delle scuole e dalla didattica a distanza nei momenti più difficili della pandemia da Covid-19.
Dalla ricerca di Skuola.net per “Una Vita da Social” emergono anche altri fattori interessanti che spesso i Millennials e la Gen Z tengono ben segreti.
Emerge infatti che 1 ragazzo su 3, sul proprio social di riferimento, possiede un account falso; sono circa il 28% quelli che dichiarano di averne uno oltre a quello “ufficiale”, mentre il 5% è presente ma solo con un fake. Perché questa identità anonima? Principalmente per conoscere gente nuova senza esporsi troppo online (26%), oppure per controllare i propri amici senza che loro lo sappiano (21%) nonché per controllare tutti quelli da cui sono stati bloccati (20%). Non manca chi ricorre ai fake per controllare il proprio partner (10%) o chi cerca di sfuggire dal controllo dei propri genitori (il 4%).
Non manca tuttavia uno zoccolo duro, neanche così piccolo, che vive per i like. Per 1 su 3, infatti, un contenuto che genera poche interazioni ha un effetto negativo sull’umore. Mentre il 40%, più o meno sporadicamente, è disposto a cancellare un contenuto dalle scarse performance. Su una cosa, invece, i giovani sono in assoluto accordo: il controllo di chi commenta, condivide o clicca “mi piace” sui propri contenuti. Solo 1 su 6 dichiara di non farlo mai. Questo perché attraverso la “guerra dei like” si costruiscono amicizie e rapporti personali: solo il 56% è disposto a dare un giudizio positivo ad un contenuto postato da una persona che in genere non ricambia (il cosiddetto like4like). Mentre sono ancora meno (48%) quelli che non ricorrono mai al “like tattico”, ovvero ad una approvazione di un contenuto altrui col solo scopo di farsi notare.