giovedì 30 Novembre 2023

Taglio delle Camere di Commercio, Zottola non ci sta: “tagli minimi, a rischio solo i servizi”

di Redazione – A partire dal 2015 le Camere di Commercio saranno dimezzate. E’ l’effetto dell’articolo 28 del Decreto Legge 90/2014 del Governo Renzi che prevede che le Camere di commercio si riorganizzino su base regionale.

Una riforma che ha scatenato molte critiche e polemiche soprattutto dei diretti interessati. Il presidente Zottola ha deciso di scrivere una lettera agli stakeholder della Camera di Commercio di Latina proprio per ribadire il disappunto su questo decreto.

“L’intervento del legislatore – scrive Zottola – tende a non riconoscere una giusta collocazione del sistema camerale nel quadro delle istituzioni del Paese dimenticandone il valore sociale di cassa di risonanza del bene comune e del fare impresa”.

“Non ricevendo il sistema camerale alcun tipo di trasferimento statale – spiega il Presidente della Camera di Commercio -, appare dunque inequivocabile che la decurtazione prevista dal disposto legislativo avrà conseguenze preoccupanti a vari livelli proprio perché lo sgravio promesso verrebbe a privare di copertura finanziaria quelle funzioni che le Camere di Commercio sono comunque chiamate ad esercitare in base alla legge attraverso altre forme di finanziamento”.

Insomma la riforma non ridurrà le spese statali o la burocrazia, come dice il governo, ma solo le “Funzioni di natura promozionale, nel cui ambito una posizione apicale è riconosciuta all’accesso al credito anche attraverso il supporto ai Consorzi Fidi a cui, annualmente, gli Enti camerali assegnano risorse a favore delle imprese del proprio territorio, sostenendo i Fondi Rischi e contribuendo alla fondamentale funzione di garanzia che essi esercitano o consentendo l’erogazione di finanziamenti a tassi agevolati” spiega Zottola.

Per questo Zottola pone l’attenzione sulla proposta di Unioncamere che prevede “la gradualità della riduzione del diritto annuale nel prossimo triennio al fine di consentire, però, una riforma complessiva dell’ordinamento camerale finalizzata ad una razionalizzazione che porti non ad una riorganizzazione su base regionale (come sembra prevedere l’ipotesi di delega) ma ad un sistema diffuso di circa la metà della attuali Camere di Commercio salvaguardando, così, il tradizionale legame con le economie locali”.

SFORBICIA-ITALIA, IN BILICO ANCHE LE CAMERE DI COMMERCIO. MA SICURO CHE SI POSSONO ABOLIRE?

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