di Francesco Miscioscia – Gli italiani sono un popolo di nostalgici e conservatori. Ecco perché il Festival di Sanremo di Carlo Conti sta sorprendendo tutti per gli altissimi ascolti registrati, soprattutto dopo che Fabio Fazio aveva fatto qualcosa di molto simile ad un flop l’anno precedente.
La conduzione di Conti è lineare. Lo spettacolo offerto è molto vicino al varietà del sabato sera, format a cui il pubblico televisivo di casa nostra è affezionato. Lo stile di conduzione somiglia molto a quello di Pippo Baudo, uno che la televisione nazional-popolare, se non l’ha inventata, ha contribuito in maniera decisiva a farla affermare. Il 49,5% di share nella serata in cui i big in gara si sono cimentati nelle cover di brani vecchi, che hanno fatto in qualche modo la storia del Festival, conferma quanto appena detto.
L’edizione di quest’anno è meno sfarzosa di quelle degli anni precedenti. Gli ospiti, a parte Charlize Theron, non sono affermate star internazionali, ma band emergenti, comici non di primo ordine, musicisti che hanno dato il massimo fino ad una ventina di anni fa ed ora si riuniscono sul palco dell’Ariston. Un Festival che senza grossi clamori ha saputo offrire al pubblico italiano ciò che esso chiede, anche coerentemente con un periodo storico particolare, in cui la popolazione non gradirebbe particolari virtuosismi.
Anche le due vallette, improponibili per quello che viene considerato a ragione l’evento televisivo dell’anno, con le loro gaffe e con il loro essere fuori luogo… Continua a leggere su Marketicando