giovedì 30 Marzo 2023

Sanità, Simeone: a Latina il fallimento dell’atto aziendale. Garantire emergenza e liste di attesa brevi

di Giusy Cavallo – A pochi mesi dall’entrata in vigore dell’atto aziendale, il bilancio sarebbe nettamente negativo per la provincia pontina e la Regione Lazio starebbe addirittura pensando di sollevare Caporossi dal suo incarico. Una notizia che, se confermata, avvalorerebbe le tesi di quanti si sono sempre opposti all’atto aziendale e all’organizzazione messa in piedi da Caporossi. Uno su tutti Pino Simeone, consigliere regionale forzista, che ha fatto della sanità il suo cavallo di battaglia. “E’ un nostro cavallo di battaglia – spiega – perché è quello dei cittadini, è quello che i cittadini chiedono ogni giorno. Si può attendere un’opera pubblica, ma non si può attendere per la sanità, si deve garantire l’urgenza e l’emergenza e soprattutto, quello che il male cronico per la provincia pontina, le liste di attesa”.

Secondo Simeone sono “queste sono le cose che danno la percezione positiva o negativa della sanità in generale, tutti gli sforzi che fanno gli operatori sanitari per dare risposta, e i nostri medici e infermieri sono veramente in gamba, rischiano di essere vani perché vanno a finire nel calderone della negatività. L’esempio su tutti è il Recup che prenota un’analisi a Formia per il 24 giugno che è festa patronale da almeno 200 anni, sono approssimazioni che non vanno bene. Questi sono i disagi che noi ci sforziamo di rappresentare, ma riceviamo solo cecità e sordità da parte di chi è preposto a migliorare le cose ma non migliora un bel niente”.

E a proposito dell’atto aziendale, sul quale adesso dubita anche la Regione Lazio, il consigliere azzurro spiega “parte da presupposti errati: noi non possiamo essere una realtà sanitaria come la stanno organizzando. Noi dovremmo passare dai presidi ospedalieri a degli ospedali messi in rete, ma non abbiamo le caratteristiche che ha una normale regione o provincia. La provincia di Latina è lunga e stretta, è vero che ci sono solo 70km tra Formia e Latina, ma il tempo di percorrenza non è 70 minuti, tante volte è 140 minuti. Questo è il problema che non va ignorato e la nuova organizzazione non funziona per questi motivi”.

Simeone con i sindaci del Sud pontino, capitanati da De Meo, ha chiesto ed ottenuto dalla Regione un tavolo permanente sull’argomento e la disponibilità ad apportare delle modifiche. “Adesso si è a un punto fermo, non è stato fatto un passo avanti. Abbiamo registrato l’apertura al confronto e ad una modifica su alcune cosa da parte di Zingaretti e l’abbiamo appresa anche come una cosa positiva. Nella realtà dei fatti, però, è passato del tempo e riscontriamo solo delle azioni fatte per l’emergenza estiva, ma abbiamo il timore che queste chiusure temporanee poi diventino definitive. Noi abbiamo contestato l’assegnazione dei cardiologi perché l’Asl di Latina ne aveva chiesti due per garantire i servizi minimi a Fondi e due per mandare avanti il reparto di emodinamica a Formia. Ma dalla Regione ne sono stati autorizzati solo tre senza risolvere la situazione. Il cardiologo non può andare a giorni alterni, così come l’emodinamica di Formia che funziona dalle 8 alle 14 festivi esclusi. Al cuore non si comanda, se uno ha un problema cardiaco non gli si può dire: “aspetta domani alle 8”.

 “Dobbiamo fare di necessità virtù – propone Simeone -. Al cittadino occorrono tre cose: emergenza, urgenza e liste di attesa brevi. Tutte le altre cose possono aspettare, l’intervento di routine si può programmare e si può andare a fare anche a Roma o a Frosinone, l’urgenza no, quella deve essere garantita”. Un caso virtuoso in termini di liste di attesa è quello del Veneto, “lì hanno aperto i laboratori fino a mezzanotte per accorciare le liste di attesa e sembra che ci sono riusciti. Noi siamo sempre con prenotazioni a un anno o a mai”.

L’emergenza sanità passa anche da un’altra emergenza che è quella delle infrastrutture, la Pontina collega tutta la provincia con tempi di percorrenza spesso non calcolabili. “La Roma-Latina non è strategica, di più” dice Simeone “perché se è vero che da Formia a Latina è una tragedia, da Latina a Roma è raccomandarsi al Padreterno!”. “Soprattutto non vogliamo avere più vittime su quella strada che è ha uno dei tassi di incidentalità più alti di Italia. Certo c’è anche un fronte che sostiene che con quei soldi si poteva mettere in sicurezza la Pontina, si può fare tutto ma c’è un tempo per la discussione e uno per la decisione. La discussione sulla Roma-Latina è durata anche più di dieci anni e adesso siamo nella fase di decisione, tornare indietro significa mettere in discussione l’opera e non farla mai più”.

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