“È stato di recente presentato il progetto per il nuovo ospedale di Latina, 380 milioni di euro. Intanto però su tutto il territorio le strutture sanitarie vengono chiuse sistematicamente e quelle che restano aperte non funzionano come dovrebbero. Questo significa che gli abitanti della provincia quando dovranno curarsi, qualunque sia il il loro comune di residenza, oltre ai problemi che purtroppo comportano le patologie di cui sono affetti, dovranno continuare ad affrontare anche spese di viaggio e perdita di tempo” a denunciarlo è il movimento Potere al Popolo di Latina e provincia ritenendo più opportuno un ritorno a una sanità pubblica di prossimità con strutture di riferimento sparse su tutto il territorio.
“Non ci interessa il mega polo sanitario stile Biocampus o residence perché chi sta male non è in vacanza”.
Occorrono, invece, strutture attrezzate ed efficienti facilmente e brevemente raggiungibili. Devono essere riaperti i Punti di Primo Intervento h24 per non rischiare di morire durante i lunghi tragitti su strade tortuose, pericolose e disastrate per raggiungere i soli 5 punti di Pronto Soccorso dislocati su un’area vastissima che va da Aprilia a Minturno e dalla costa ai Monti Lepini e Aurunci. Devono riaprire gli ambulatori e i consultori.
“Inutile riempirsi ipocritamente la bocca con le quote rosa per poi lasciare le donne in balia di loro stesse. A molti queste richieste risulteranno utopistiche ma era quello che avevamo prima che, dal lontano 1992 con la trasformazione da USL (unità sanità locale) in ASL (azienda sanitaria locale), iniziasse il sistematico e spietato smantellamento di quella Sanità pubblica eccellenza del Popolo Italiano e rispettosa dell’art. 32 della Costituzione”. conclude la nota.