Come funziona il sistema sanitario nel Lazio? A rispondere alla domanda ci prova il rapporto regionale che fotografa sesso, posizione socioeconomica, cittadinanza ed etnia sono associati a differenze di salute, sia per fattori biologici che per fattori di rischio legati ad aspetti ambientali e culturali. Alcune disuguaglianze sono di certo inevitabili, ma molte altre rappresentano disparità di opportunità, conoscenze e risorse che potrebbero essere ridotte o evitate da politiche ad hoc.
Quando è esplosa la pandemia di COVID-19 è apparso subito chiaro che le minoranze etniche, la popolazione delle aree di maggiore deprivazione socioeconomica, le persone con un basso reddito e gli emarginati sociali avessero più possibilità di contrarre il virus SARS-CoV-2, evidenziando quello che è noto come aspetto sindemico della pandemia. L’immediatezza e la visibilità di questo fenomeno è stata scioccante, rivelando una disparità in alcuni casi netta e marcata, eppure chi ha trascorso una vita a studiare le disuguaglianze e le iniquità sanitarie non è rimasto poi così sorpreso.
Perché, è bene ricordarlo, i termini iniquità sanitaria e disuguaglianza sanitaria percorrono rette parallele.
La Regione Lazio, attraverso il Dipartimento di Epidemiologia (DEP Lazio) si spende da sempre per monitorare e documentare le disuguaglianze di salute nella propria regione e i principali fattori ad esse associati, al fine di avviare percorsi di innovazione orientati a rendere la ricerca dell’equità un obiettivo sostenibile.
È quello a cui mira in modo particolare il rapporto sulle diseguaglianze di salute nella Regione Lazio presentato il 21 dicembre presso la ‘Sala Folchi’ del Complesso Monumentale del San Giovanni Addolorata, in un evento organizzato in collaborazione con Regione Lazio e che fa seguito a quello già pubblicato e presentato nel maggio 2022 relativo alle differenze di genere nella salute e nell’assistenza sanitaria.
Questo rapporto, oltre a fornire una introduzione sugli indicatori di posizione socioeconomica utilizzati e una panoramica sugli aspetti sociodemografici, e le sopraccitate differenze nella prevalenza dei maggiori fattori di rischio, approfondisce il tema delle disuguaglianze nello stato di salute della popolazione, considerando i maggiori indicatori ovvero la mortalità per tutte le cause, quella causa-specifica, la speranza di vita, la prevalenza delle maggiori patologie croniche, l’incidenza dei tumori. Infine vengono affrontati i differenziali sociali nelle esposizioni ambientali e – grazie al contributo del Piemonte e del dott. Giuseppe Costa – il significato pratico, sul territorio, della promozione della salute in modo equo attraverso l’esempio delle case della comunità: una rilevante opportunità fornita dal PNRR.
“Gli elementi raccolti in questo testo – ha detto Alessio D’Amato, candidato alla Presidenza della Regione Lazio – costituiranno l’indispensabile supporto conoscitivo su cui tutte le Aziende sanitarie regionali svilupperanno i nuovi piani operativi, il nostro sistema farà altri passi in avanti, lavorando ancora una volta per allargare il perimetro delle opportunità e favorire l’emancipazione di tutti i cittadini”.