mercoledì 29 Marzo 2023

Sabaudia sfida Zingaretti al Tar. Casa della salute e punto di primo intervento non si toccano

Un ricorso dettagliata quello presentato dal Comune di Sabaudia al Tar del Lazio.

Obiettivo ottenere l’annullamento parziale del decreto, pubblicato sul bollettino ufficiale della Regione Lazio il 13 agosto, contenente il piano di riorganizzazione, riqualificazione e sviluppo del servizio sanitario regionale 2019-2021.

“Continuiamo a testa bassa nell’azione di tutela del diritto alla salute, perché garantire i giusti servizi nell’ambito sanitario non è solo un diritto acquisito dai cittadini ma – – spiega il consigliere delegato alla sanità, Luca Danesin – è un dovere che tutti gli amministratori debbono garantire. Da questo deriva la scelta di proseguire nel cammino intrapreso a tutela del territorio anche attraverso il ricorso al Tar affinché i Punti di primo intervento  vengano potenziati e riqualificati attraverso l’integrazione di nuovi servizi”.

Due i pilastri del ricorso Il primo concerne la trasformazione degli 11 Punti di Primo Intervento, sette dei quali in provincia di Latina (Cisterna, Cori, Gaeta, Minturno, Priverno, Sabaudia e Sezze) in Punti di erogazione di assistenza Primaria entro il 31 dicembre 2019.

Il secondo è relativo alle Case della Salute la cui realizzazione non è prevista nel distretto sanitario 2 Asl di Latina, e quindi nel Comune di Sabaudia.

Il 29 luglio 2019, infatti, il consiglio comunale aveva adottato la deliberazione con cui chiedeva a Regione e Asl la realizzazione di una Casa della salute con annesso punto di primo intervento con modulo aggiuntivo con la relativa attivazione di diverse attività specialistiche ambulatoriali e una serie di servizi socio-sanitari per i cittadini.

Il ricorso ai giudici amministrativi si è reso necessario per tutelare il diritto alla salute che subirebbe un grave rischio con la trasformazione del Punti di primo intervento in presidio di cure primarie e l’eleminazione del primo livello del sistema di emergenza in quanto il servizio, tra l’altro, non verrebbe più garantito da medici specializzati ma da medici di medicina generale.

 

 

 

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