di Stefania Paoloni* – Inaugurata ieri, 10 luglio, la riapertura dell’area archeologica di Privernum. Dopo dieci anni l’area archeologica di Priverno riapre al pubblico. Questo è stato possibile solo dopo aver risolto l’annosa questione dei continui allagamenti, dovuti a una falda acquifera superficiale, con l’installazione di alcune pompe sommerse.
Ora si potrà ripartire per riscoprire le bellezze che in questa zona sono custodite e non solo.
All’inaugurazione sono stati presenti il Presidente della Regione Lazio Zingaretti, Castelli Responsabile Procedimenti per la Regione, l’Assessore regionale Onorati, il Presidente della Provincia di Latina Medici, il sindaco di Priverno Bilancia, i sindaci degli altri comuni lepini e altre personalità della sfera politica. Nei discorsi d’inaugurazione un unico comune denominatore: queste bellezze e queste risorse, come quelle degli altri territori del Lazio, sono moltissime e importanti e possono essere sfruttate come volano economico per i comuni e i cittadini dei territori stessi. Dobbiamo esserne orgogliosi perché rappresentano un patrimonio di tutti ed insieme dobbiamo inserirli in un sistema turistico-culturale, non solo economico. In altre parole dobbiamo valorizzarli.
Il sindaco Bilancia annuncia che l’area archeologica sarà aperta tutti i sabati e domenica e che sono in programma già tre eventi da svolgersi nel sito nel mese di agosto.
Entusiasmo ed emozione non sono mancati per questa riapertura neanche per la professoressa Margherita Cancellieri, già direttrice dei lavori di scavo e direttrice dei musei di Priverno da molti anni. “Dopo 15 anni – afferma – ho sentito di nuovo quella sinergia, quell’entusiasmo dell’inizio, da parte di tutti i soggetti coinvolti nel progetto”.
Molti i cittadini presenti, accompagnati dalle guide alla riscoperta di questo patrimonio, bambini calati nel ruolo di piccoli archeologi.
Il sito
Due i resti di domus di epoca romana e alto medievale, che si possono ammirare. Nel 1983 una soglia nilotica venne trovata casualmente durante i lavori con uno scavatore, era coperta da un muro già antico buttato giù per installare una cabina elettrica. Fortunatamente alla vista della bellezza della soglia perfettamente conservata da quel muro sovrastante gli operai si fermarono. La soglia è ora esposta al Museo Archeologico di Priverno, come anche molti altri reperti ritrovati negli anni, altri nel museo Medievale di Fossanova ed altri in alcuni musei di Roma.
Un edificio termale costruito dopo il II secolo d.C. sulle strutture abbandonate di una domus.
Una chiesa alto-medievale ricostruita per tre volte. Si possono notare livelli di piano diversi, reperti sovrapposti di epoca romana e alto-medievale interventi e trasformazioni edilizie che fra incendi e alluvioni hanno tenuto in vita la chiesa per oltre sei secoli.
Un teatro di età imperiale con attorno delle botteghe con una grande piazza porticata alle sue spalle.
Un’opera idraulica di epoca romana con una galleria che attraversava tutto l’abitato.
Tutti necessitano di far affiorare ancora le loro bellezze.
Nei classici della letteratura
Virgilio nell’Eneide narra dell’antica città Volsca attraverso Camilla figlia del re Metabo. Dante fa mensionare Camilla da Virgilio nella Divina Commedia.
L’obiettivo da raggiungere
I presupposti ci sono tutti, ora occorre mettere in campo tutte le competenze necessarie per rendere attrattivo e sfruttare all’osso quanto la storia e la letteratura ha regalato a queste terre. L’area archeologica è stata riaperta, però è ancora come la bambina su quella lancia sferrata da Metabo, è solo arrivata all’altra sponda del fiume. Ora occorre far crescere la piccola Camilla con lo spirito di una guerriera.
*Stefania Paoloni è corsista della seconda edizione del Workshop di Giornalismo Digitale organizzato da Net in Progress e LatinaQuotidiano.it