La Regione Lazio ha una nuova legge elettorale, approvata all’unanimità nella notte dal Consiglio Regionale. I lavori, iniziati alle 19, si sono chiusi a mezzanotte inoltrata, ma alla fine si è arrivati all’obiettivo annunciato: è stato eliminato il listino bloccato, cioè quelle dieci persone collegate al candidato presidente vincente, che venivano elette senza aver bisogno delle preferenze. Dunque dalla prossima tornata elettorale, in primavera, i 50 consiglieri regionali saranno tutti eletti tramite preferenze.
Tra le altre novità, la più eclatante è senz’altro l’ineleggibilità dei sindaci delle città con più di 20 mila abitanti. Una disposizione che prima valeva solo per i sindaci dei comuni capoluogo. Non sono eleggibili neppure i presidenti della Provincia e il Sindaco di Roma Capitale. E poi, introdotta la parità di genere e la garanzia di almeno un consigliere regionale per ogni provincia. Il Presidente di Regione non può candidarsi per un terzo mandato consecutivo. Se c’è lo scioglimento anticipato, si vota entro tre mesi.
L’80 per cento dei seggi continuerà, comunque, a essere assegnato con metodo proporzionale, il restante 20 per cento sarà attribuito, come premio, direttamente alle liste circoscrizionali che sostengono il presidente e non più, come accaduto fino a oggi, attraverso il “listino”. Punto particolarmente discusso è stato quello dell’esonero dalla presentazione delle firme a supporto delle liste. Si è scelto di esonerare da quest’obbligo le liste espressioni di partiti o movimenti presenti già in Consiglio Regionale o in Parlamento.
Il voto di stanotte conclude un lungo iter iniziato nella Commissione per le riforme istituzionali presieduta da Mario Abbruzzese. Nella prima bozza era prevista l’eliminazione del listino bloccato, poi si è ipotizzato di ridurre il listino da dieci consiglieri a sei. Fino all’apertura del Presidente Zingaretti che ha accolto la possibilità di abolire definitivamente il listino bloccato.