Si è svolto ieri mattina, 10 aprile, presso l’aula magna del liceo scientifico “G.B. Grassi” di Latina il convegno di presentazione del rapporto territoriale della Fondazione Bruno Visentini, realizzato con il contributo della Camera di commercio di Latina su “Il divario generazionale e la dimensione locale. Focus Latina”.
Hanno partecipato Pietro Viscusi, segretario generale della Camera di commercio di Latina; Giovanna Bellardini, dirigente scolastico Liceo “G.B. Grassi; Roberto Cerroni, ricercatore Fondazione Bruno Visentini. Il moderatore è stato Luciano Monti, condirettore scientifico Fondazione Bruno Visentini.
Il dibattito si è aperto con Roberto Cecere, segretario generale della Cisl Latina, Paolo Marini, imprenditore e presidente ClubdiLatina e Cristina Leggio, assessore alle Politiche giovanili.
Lo studio sul divario generazionale avviatosi per la prima volta in Italia nel 2014 si prefiggeva lo scopo di definire un nuovo modello di sostenibilità, la cosiddetta “sostenibilità integrata”, che misurasse non solo il tradizionale impatto ambientale delle riforme, ma anche il loro effetto generazionale atteso nel medio – lungo periodo. A distanza di anni il rapporto territoriale “Divario generazionale e la Dimensione Locale: Focus Latina” rappresenta la naturale chiusura di un primo ciclo di indagini sugli effetti e sulle sfide che
attendono le nuove generazioni.
L’obiettivo della ricerca è di esaminare le principali barriere ed ostacoli che attendono i giovani pontini nel loro percorso di crescita personale e professionale. Il risulto è confortevole da un lato, ma lascia molti punti di riflessione su altri. Per esempio l’indicatore della disoccupazione giovanile, sebbene a partire dal 2012 registra dei progressivi miglioramenti, complessivamente le opportunità di realizzazione lavorativa per le nuove generazioni si sono sensibilmente ridotte. La ricerca evidenzia l’elevato grado di ottimismo dei giovani pontini, soprattutto le donne e rileva come si tratti di una generazione capace di comprendere meglio dei loro genitori e nonni le nuove dinamiche dell’economia 4.0 e i nuovi processi della digitalizzazione.
“Dobbiamo valorizzare – ha detto Monti – le indicazioni che vengono dai giovani. La nostra ricerca ci indica che nonostante tutto, la smisurata fiducia che emerge da parte delle future generazioni, deve far si che le scelte che saremo chiamati a compiere vadano nella direzione di un futuro migliore”.
Una fiducia nel futuro che si traduce nella crescente aspettativa di godere entro il 2030 di un tenore di vita più elevato rispetto alla situazione attuale. Il 60% vede i propri obbiettivi di vita lavorativa sul territorio Italiano, mentre il 40% al di fuori. Dimostra un’assoluta sfiducia verso il Paese e la sua attuale classe dirigente. Il 95% del campione intervistato spera di non vivere con i propri genitori entro il 2030, di fatto smentendo una volta per tutto il luogo comune che raffigura le nuove generazioni come un po’ “choosy” e un po’ “bamboccione”. Inoltre quasi la metà dei giovani della provincia di Latina ambiscono ad un impiego prevalentemente proprio o, comunque, privo dei vincoli di subordinazione tipici del dipendente.
“Le nuove generazioni – ha aggiunto Cecere – sanno perfettamente cosa vogliono e sanno interpretare a pieno le difficoltà di una classe dirigente che non sa mettere in campo azioni concrete, affinché i loro sogni e aspettative, possano trovare compimento in un futuro non troppo lontano. La concezione di lavoro per come la conosciamo sta cambiando velocemente e i giovani con l’ottimismo che li contraddistingue sembrano essere pronti al
cambiamento. Hanno bisogno del supporto di validi talent scout a livello istituzionale Locale, economico tramite le imprese, e sociale. La Cisl di Latina si è impegnata ad ospitare alcuni ragazzi, che prenderanno parte all’Evento intitolato Ventotene 2019”.