Per il presidente del Capol, centro assaggiatori produzioni olivicole di Latina, Luigi Centauri la campagna olearia di quest’anno sarà sicuramente migliore della precedente, anche se si faranno sentire gli effetti di un inverno molto rigido seguito da gelate primaverili e da una forte siccità estiva.
La produzione di olio del nostro territorio segue dunque il trend negativo annunciato dalla Coldiretti a livello nazionale con un calo che, fortunatamente, non registrerà i disastrosi numeri della scorsa annata. Se l’annata di scarico del 2016 è stata messa a dura prova dalla massiccia presenza della mosca olearia, quest’anno è stata soprattutto la lunghissima e straordinaria siccità a creare condizioni di stress per gli uliveti di quasi tutte le regioni italiane.
L’indagine della Confagricoltura Toscana stima per il 2017 un calo della produzione di olio che si attesterà attorno al 60 per cento, il presidente della Coldiretti della Regione Puglia annuncia invece un ribasso del 30 per cento e su questa percentuale si attestano anche le province del Lazio e la provincia di Latina con un 30-40% in meno rispetto ad un’annata ordinaria, fatto che però non si registra ormai da qualche anno.
Secondo i dati comunicati dalla Coldiretti Lazio, la produzione di olio raggiungerà i 150 mila quintali su un territorio, quello delle colline pontine, coltivato a olivo per 10.314 ettari con 7.200 ettari dedicati all’itrana, la cultivar che caratterizza la fascia di territorio pedemontano e collinare che si estende con continuità ed omogeneità alle spalle dell’agro pontino.
E, a quanto, pare proprio l’itrana, abbondante nei comuni di Sonnino, Itri, Cori e Rocca Massima, sembra aver retto bene lo stress idrico e sembra aver beneficiato delle piogge dell’ultimo periodo che ne hanno favorito la crescita e il ricostituirsi della polpa. Solo qualche danno è stato registrato durante l’estate per gli uliveti della zona alta di Maenza che sono stati colpiti da una forte e anomala grandinata.
La qualità delle nostre olive, secondo Luigi Centauri, è dunque salva e la buona riuscita del prodotto finale dipenderà dalla capacità dei produttori di effettuare la raccolta e la molitura nei giusti tempi.
I produttori pontini sono sempre più concentrati e orientati ad ottenere un olio monovarietale di qualità, consapevoli ormai della straordinaria ricchezza e complessità della nostra cultivar. L’itrana in purezza è in grado infatti di regalare un olio dal sapore inconfondibile, con note mediamente piccanti e amare e dall’intenso sentore fruttato di foglia di pomodoro ed erba verde, oltre a contenere un buon quantitativo di polifenoli con grandi benefici per il nostro organismo, vista la funzione antiossidante di tali composti.
Ricordiamo, però, che le colline pontine, oltre all’itrana, producono in quantità minore anche altre varietà di olive come leccino e frantoio. Per queste cultivar precoci è già iniziata la raccolta, tanto che c’è già qualche frantoio di zona, in tutto sono 45, che nelle prossime settimane darà il via alle prime prove di molitura.
Per quanto riguarda la raccolta, Centauri spiega che la qualità dell’olio dipende innanzitutto dal grado di maturazione delle olive. Il periodo ottimale è all’inizio dell’invaiatura ossia quando i frutti iniziano a colorarsi e il nocciolo è ben formato.
In passato si attendeva la completa maturazione del frutto, nella convinzione che l’olio nella dupra aumentasse, in realtà è proprio con il passare del tempo che diminuiscono i profumi e soprattutto diminuisce il tenore di sostanze antiossidanti.
Anticipare la raccolta anche di poco significa dunque salvaguardare la qualità ed evitare la perdita del 10/15 per cento del prodotto causato dalla cascola, ovvero la caduta spontanea delle olive a terra.
Le olive, in base all’esperienza di Centauri, devono essere molite il più presto possibile, meglio se in giornata o al massimo entro 48 ore dalla raccolta e grande importanza riveste la scelta del frantoio, dato che la tecnologia utilizzata condiziona il risultato finale.
A tal proposito Centauri, ambasciatore del buon olio extra vergine d’oliva, riscontra sempre più una maggiore sensibilità nei confronti dell’olivicoltura che si declina in nuovi impianti di produzione, trattamenti puntuali contro gli agenti patogeni e un’attenzione maggiore ad ottenere il prodotto in purezza.
Rimane la presenza di oliveti abbandonati e trascurati: il recupero di queste zone deve diventare una delle priorità, sia per la valorizzazione idrogeologica e paesaggistica delle nostre colline, sia per la richiesta in continuo aumento da parte dei consumatori di olio pontino.
Da parte nostra, consigliamo ai lettori di continuare ad accordare la preferenza ai prodotti locali e di approfittare del periodo autunnale per riscoprire il nostro splendido territorio, con un’escursione nei frantoi o una visita agli uliveti delle piccole aziende agricole che costellano le nostre colline.