Un nuovo piano sanitario.
E’ quello firmato dal commissario ad acta per la sanità del Lazio, Nicola Zingaretti, ed inviato al Ministero della salute.
Si tratta del piano di riorganizzazione, riqualificazione e sviluppo del servizio sanitario regionale 2019-2021, pubblicato oggi sul bollettino ufficiale della Regione Lazio.
A chiare lettere si scandiscono modi e tempi di attuazione degli interventi previsti nella sanità del Lazio.
Un capitolo intero è dedicato ai Punti di primo intervento.
Senza possibilità di interpretazione si stabilisce che i Punti di primo intervento saranno trasformati in punti di erogazione di assistenza primaria.
Il time line è quello di dicembre 2019 entro il termine, quindi, della proroga ottenuta solo un anno fa dopo le accese proteste dei sindaci interessati dalla presenza di queste strutture sul proprio territorio.
Gli accessi nel primo trimestre 2019 sono stati rispettivamente 1402 per Cori, 1695 per Cisterna, 1249 per Sabaudia, 9575 a Sezze, 6403 a Priverno, 2913 per Minturno e 10566 a Gaeta.
Come volevasi dimostrare, nonostante gli incontri e tante chiacchiere, salvo un problema di copia e incolla, nulla è cambiato rispetto al decreto del 5 luglio 2017 in cui dietro a quella che si definiva, e si definisce anche oggi, riorganizzazione delle rete ospedaliera del Lazio si cela in realtà solo l’ennesimo smembramento e sottrazione dei servizi.
Tutto è slittato di un anno che nessuno ha utilizzato per colmare un vuoto che, comunque si verrà a creare, con buona pace dei cittadini.
La scelta, seppure in linea con la normativa nazionale vigente, non tiene conto, infatti, nè degli accessi registrati in un solo trimestre e cresciuti sino ad oggi, nè delle effettive peculiarità ed esigenze dei singoli territori interessati e, soprattutto, della priorità di ridurre il sovraffollamento dei nostri pronto soccorso in particolar modo da parte di codici bianchi e verdi.