venerdì 29 Settembre 2023

Prove Invalsi, la Lega incalza. Romano: “Scelta inutile e costosa oltre che inopportuna in piena Pandemia”

Una decisione che resta in bilico tra paradosso e inopportunità. E’ quella a firma del ministro all’istruzione, Azzolina, che ha approvato le prove Invalsi anche per il prossimo fine anno scolastico.

Il tutto mentre l’emergenza Coronavirus prosegue senza consentire, stando anche l’andamento altalenante della curva dei contagi, di fare previsioni su nuove possibili evoluzioni.

“Cosa vuole dimostrare? Una normalità che non esiste? Forse il  ministro – spiega Cinzia Romano, responsabile del dipartimento scuola Lega – fatica a rendersi conto del fatto che la scuola ha vissuto e sta vivendo un momento storico tragico che l’ha messa e la mette a dura prova sotto il profilo educativo e didattico. O forse vi è la consapevole volontà di mascherare dietro alle prove invalsi il fallimento di una malagestione di un ruolo così importante come il suo”.

Scuole chiuse dall”8 marzo scorso fino a tutto settembre, e in alcune regioni inizi di ottobre. Organici ridotti, strumenti didattici indispensabili assenti, alunni in didattica a distanza e alunni in presenza spesso in quarantena, e a volte ripetuta.  A questo si aggiungono gli effetti del Covid con ripercussioni psicologiche importanti sui discenti e docenti, come segnalato da vari esperti.

“Uno scenario – spiega la Romano – ovviamente impreparato alle prove Invalsi, l’Ente, pagato 22 milioni di euro circa, per misurare le competenze apprese durante l’anno scolastico. Una macchina costosa che ha scaricato in modo illegittimo tutte le incombenze relative alla somministrazione, correzione e tabulazione al personale scolastico che lavora gratis per attività che non gli competono.  Uno strumento costoso, inutile e frustrante per alunni e docenti”.

“Le prove Invalsi – ha detto più volte Azzolina – servono per conoscere lo stato di ‘salute’ del sistema di istruzione e, di conseguenza, per migliorarlo. Intervenendo dove ci sono le maggiori criticità. Non servono per valutare gli studenti”.

 

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