Era stata sfrattata dall’appartamento in cui viveva con i due bambini Gloria Pompili, la ragazza di 23 anni trovata morta sulla Monti Lepini nel comune di Prossedi. Per questo era andata nel 2016 a vivere con la zia, una cugina della madre.
In quella casa però non aveva conosciuto amore, ma sfruttatori che l’avrebbero costretta e a prostituirsi e poi l’avrebbero uccisa davanti ai suoi stessi figli.
Questo è emerso durante la nuova udienza del processo per l’omicidio di Gloria Pompili, nel quale sono imputati la zia di Gloria, appunto, Loris Del Prete, il marito di quest’ultima, il tunisino Saad Mohamed Elesh Salem e Hady Saad Mohamed. Questa mattina davanti la Corte d’Assise del tribunale di Latina sono stati ascoltati alcuni testimoni.
A rispondere per primo alle domande del pubblico ministero e del collegio difensivo l’anatomopatologo che ha lavorato all’autopsia con il medico legale Maria Cristina Setacci. Secondo la sua attenta analisi la morte sarebbe stata causata da una lesione acuta alla milza. La ragazza presentava anche una grave emorragia.
E’ stato sentito poi uno dei carabinieri intervenuti sul posto la sera del 23 agosto 2017. Gli operatori sanitari del 118 avevano provato per oltre mezz’ora a rianimarla, senza purtroppo poter fare nulla. Il giorno dopo, invece, avevano trovato, dopo una segnalazione, un mattarello con il quale la 23enne sarebbe stata colpita.
Infine ha parlato il maresciallo del nucleo investigativo dei carabinieri di Latina che aveva coordinato le indagini. Il militare ha confermato come Gloria venisse maltrattata e che la zia e il marito la costringessero a prostituirsi, prendendo da lei tutto l’incasso della giornata.
Attraverso le celle telefoniche sono stati ricostruiti gli spostamenti dell’ultima giornata ed è stato così confermato che anche quella mattina Gloria sia stata accompagnata sulla strada a Nettuno. La sera invece, alle 22 sarebbe partita da uno telefoni in uso alla zia una chiamata al pronto soccorso. Dopo aver allertato il 118 i familiari di Gloria, con cui stava tornando a casa, insieme ai suoi bambini di 3 e 5 anni, l’avevano abbandonata sul ciglio della carreggiata, in fin di vita o ormai morta.
Sempre da questa testimonianza sarebbe emerso con Salem avrebbe nel tempo picchiato anche i bambini di Gloria e la stessa moglie, che in un caso si era fatta refertare presso l’ospedale. Un’ennesima lite in famiglia aveva spinto la questura ad allertare i servizi sociali.
E proprio un operatore è stato l’ultimo teste di oggi, 11 dicembre. Ha spiegato che la ragazza, che non aveva il telefono, era molto attenta a non far emergere la sua situazione, ma che si vedeva che aveva paura delle persone con le quali viveva. I suoi bambini, però, sarebbero stati in un buono stato di salute psico-fisica
La prossima udienza è stata fissata per il 7 gennaio prossimo.