Importanti novità circa la morte, avvenuta in circostanze ancora da chiarire, di Gianmarco Pozzi, il campione di kickboxing morto due anni a Ponza.
A farle emergere il sito askanews.it e la trasmissione Rai, condotta da Eleonora Daniele, “Storie Italiane”, andata in onda mercoledì 27 aprile.
È Paolo Pozzi, il papà di Giangmarco, a parlare di una lettera anonima giunta alla famiglia. Nel testo si dicono cose molto gravi circa i due inquirenti coinvolti nel caso; in poche parole si parla di depistaggio delle indagini tanto che l’avvocato Fabrizio Gallo, che assiste la famiglia Pozzi, ha tirato in ballo il caso di Stefano Cucchi.
“Circa 7-8 giorni fa – ha detto ad askanews.it Paolo Pozzi – mi è arrivata una lettera a casa, chiaramente anonima, in cui si parla di due personaggi coinvolti nelle indagini, che interagiscono privatamente. Penso sia una cosa grave, a quel punto, su consiglio dell’avvocato, ho preso la lettera e l’ho inviata al pm con una raccomandata velocissima. Secondo me chi ci scrive è qualcuno che fa parte dell’apparato dello Stato, perché per come è formalmente scritta nei modi e nella maniera, sembra un personaggio delle istituzioni”.
“Indagini fatte male – continua – fin dall’inizio e adesso anche questa illazione, non so se sia vera o falsa, perché la lettera è anonima, però porta sempre del marcio sulle indagini, su qualcosa che non è stato fatto nell’immediatezza”.
E ancora: “Io vorrei un segnale dal presidente della Repubblica Mattarella e dal ministro Cartabia, per la seconda volta ho inviato la seconda raccomandata 3-4 giorni fa, io voglio essere sentito, perché ci sono troppe anomalie. Mio figlio l’hanno ucciso, ma perché le indagini le hanno condotte in una maniera pessima?”.
“Sono 21 mesi e non ho ricevuto nulla, né dal magistrato, che devo dire ultimamente l’ho incontrato e mi ha fatto un ottimo effetto, il pm Flavio Ricci, però non ho segnali di niente, non mi sembra normale, io sono la parte offesa, mi volete dire qualcosa, mi volete aiutare?”, ha concluso Paolo Pozzi.
Le circostanze che portarono alla morte del giovane sportivo, impiegato come addetto alla sicurezza nei locali della movida dell’isola, restano ancora misteriose. Ricordiamo che il corpo del giovane fu trovato la mattina del 9 agosto 2020 nelle campagne di Santa Maria a Ponza.
“Questa lettera anonima non ci sorprende, questo fatto lo conoscevamo da mesi, la figlia di Paolo, la sorella di Gianmarco, ne aveva già notiziato il pm di questa circostanza importante e grave, che se fosse vera sconvolgerebbe tutto il percorso, anche probatorio” – ha dichiarato l’avvocato della famiglia Pozzi, Fabrizio Gallo – “È una circostanza importante, che sembrerebbe confermare le voci che erano già arrivate alla famiglia, cioè di una compromissione, naturalmente tutta da verificare, dalla quale prendiamo le distanze perché non è stato accertato, ma chiediamo al pm di voler accertare se vi sono state intromissioni di gente delle istituzioni che stava facendo le indagini nei confronti di soggetti che stavano facendo relazioni importanti sulle indagini“.
“È un caso simile, il caso è proprio quello di Stefano Cucchi – ha ribadito l’avvocato – dove sono coinvolti dei carabinieri, in quel caso. Le due storie sono identiche, ci sono coinvolti dei carabinieri lì, ci dovrebbero essere coinvolti dei carabinieri anche qui, perché le indagini sono state fatte o non sono state fatte da loro”.