Una tragedia che ci riporta indietro nel tempo e che rimane impressa negli occhi dei familiari delle vittime.
A 76 anni dal naufragio del piroscafo “Santa Lucia”, le isole dell’arcipelago pontino ricordano quel 24 luglio 1943.
La nave postale venne colpita da siluri sganciati da aerei inglesi del 47° stormo della Royal Force, decollati da Tunisi.
In meno di un minuto affondò, trascinando con sé le circa 100 persone salite a bordo. Solo 5 furono i superstiti.
La cerimonia di commemorazione, iniziata ieri a Ponza, è proseguita questa mattina a Ventotene.
Al termine della messa presso la chiesa di Santa Candida, è stata depositata una corona dedicata ai caduti in mare assieme al gruppo sommozzatori dell’Arma dei carabinieri.
Il comandante generale del corpo delle Capitanerie di porto – Guardia costiera, l’ispettore Giovanni Pettorino, ha voluto richiamare nel proprio intervento il valore dell’unità e della fratellanza.
Commosso, ha parlato del nonno. Prima dell’affondamento dell’unità, si era infatti arruolato sul “Santa Lucia”.
L’ammiraglio ha rivolto poi un’esortazione al sindaco di Ventotene, Gerardo Santomauro e alla signora Mirella Romano con la speranza di tramandare alle nuove generazioni gli insegnamenti di una triste vicenda.
“Queste isole per la centralità nel Mar Tirreno e per la distanza dalla costa meritano un’implementazione delle risorse a favore della salvaguardia umana – ha sottolineato Pettorino – E’ necessario provvedere ad un adeguamento delle strutture logistiche per il personale. Attualmente è molto carente”.