Nella mattinata di oggi, la Polizia di Stato ha eseguito un provvedimento di confisca emesso dal Tribunale di Roma, in base alla normativa antimafia, riguardante beni, assetti societari e rapporti finanziari per un valore stimato di circa 50 milioni di euro. Questa operazione è stata condotta dai investigatori del Servizio Centrale Anticrimine e della Divisione Anticrimine della Questura di Latina. Il provvedimento fa seguito a un precedente sequestro effettuato nel febbraio del 2022.
L’Indagine e i Sospetti
Il provvedimento di confisca è stato emesso in relazione a un imprenditore pontino, che in passato ha ricoperto incarichi istituzionali e dirigenti. L’imprenditore era stato coinvolto in un’indagine chiamata “Operazione DIRTY GLASS” nel 2020, condotta dalla Polizia di Stato in coordinamento con la Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Lui e altri soggetti erano stati accusati di vari reati, tra cui calunnia, sostituzione di persona, bancarotta fraudolenta, trasferimento fraudolento di valori, corruzione, autoriciclaggio, ricettazione, sequestro di persona, detenzione abusiva e porto di arma comune da sparo, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio, favoreggiamento personale, truffa aggravata, turbata libertà degli incanti ed estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Il Sistema Criminale
L’indagine ha rivelato l’esistenza di un complesso “sistema” criminale, caratterizzato da una rete di relazioni che coinvolgeva sia la criminalità organizzata locale e campana sia rappresentanti delle istituzioni pubbliche e private. Questo sistema aveva interessi in molteplici settori della società, compresi l’economia, lo sport e le istituzioni. Attraverso questa rete, l’imprenditore aveva accumulato un patrimonio considerevole, composto sia da beni immobili che mobili.
Le Attività Illecite
Per gestire i suoi interessi, l’imprenditore si è avvalso di numerose società, alcune delle quali registrate nel Regno Unito e in Moldavia, intestate a prestanome. Queste società sono state coinvolte in attività illegali, tra cui il traffico di mezzi d’opera di provenienza furtiva, l’evasione fiscale attraverso fatturazioni per operazioni inesistenti, il riciclaggio di denaro proveniente dalla criminalità organizzata campana e la frode ai danni dei creditori durante procedure fallimentari. Inoltre, l’imprenditore è stato coinvolto in operazioni di acquisizione fraudolenta di aziende in difficoltà con l’intenzione di spogliarle dei beni e delle quote di mercato legittime.