Home Economia Negozi chiusi la domenica, non resta che andare al parco

Negozi chiusi la domenica, non resta che andare al parco

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Il dibattito è aperto, e anche Latina ne è direttamente coinvolta: tenere i negozi chiusi la domenica. La proposta è stata rilanciata in questi giorni dal vicepremier del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio. Perché, dice, la liberalizzazione degli orari introdotta dal governo di Mario Monti nel 2011, ha causato la chiusura di tante piccole attività commerciali. E soprattutto è un modo per difendere le famiglie.

E allora, si riportano indietro le lancette dell’orologio.

Tralasciando le questioni sociologiche relative alle famiglie, in ambito economico, chi ci guadagna e chi ci perde? Le prese di posizione ufficiali sono ancora poche. Anche in ambito locale, per il momento bocche cucite. Si è in fase di attesa, si deve capire prima quale sarà la proposta su cui governo e parlamento intendono lavorare, e come questa si ripercuoterà sul mondo del commercio.

Per rimanere nell’ambito locale, basta farsi un giro nel centro commerciale Latina Fiori, tra i più grandi della Provincia. Normalmente, è affollato. La domenica è molto affollato. Per rendersene conto, basta provare a cercare parcheggio. O a guardare le scale che collegano i due piani, perché il colpo d’occhio è impressionante.

Allora, è colpa dei centri commerciali se le piccole “botteghe”, i negozi sotto casa, hanno chiuso?

Perché il tema è questo.

Dalle associazioni di commercianti ammettono che la concorrenza della Grande Distribuzione Organizzata è stata sicuramente causa di sofferenza per le piccole attività. Ma è vero anche non basta far chiudere i grandi un giorno a settimana per sperare di far riprendere i piccoli.

Ci dovrà pure essere un altro sistema per incentivare le piccole attività. Perché è innegabile che l’afflusso domenicale alle attività aperte, è segnale di un’esigenza che se non era avvertita, sicuramente ha fatto comodo. I ritmi di lavoro sempre frenetici hanno spinto in molti a dedicarsi agli acquisti la domenica.

La Grande Distribuzione ringrazia, come ringraziano i tanti ragazzi che hanno trovato lavoro per il bisogno dei negozi di aumentare il personale, appunto per fare fronte alle aperture domenicali. Chiuderle, vuol dire perdere posti di lavoro, ed è questo l’allarme già lanciato da Federdistribuzione. Farebbe proseguire un trend già drammatico secondo cui il governo in carica fa perdere 1.131 posti di lavoro al giorno, secondo un’analisi del Corriere della Sera.

E poi, il vero nemico dei piccoli negozi, non è la domenica. È il commercio online. H24, 7/7: 24 ore al giorno, sette giorni su sette, con prezzi concorrenziali, e un posizionamento, quello online, che abbatte qualunque barriera di spazio.

Adesso ne risentono anche le attività di alimentazione, visto che su Amazon è ora possibile comprare persino i generi alimentari, pure quelli freschi.

Allora forse bisognerebbe iniziare da lì, dal commercio online, per poi passare al centro commerciale, e capire come tutto questo possa convivere con le piccole attività.

Senza penalizzare nessuno, né il commerciante grande, né quello piccolo, tantomeno il consumatore e il lavoratore.

Viene in mente l’ironia usata da Osho, non il guru, ma la pagina Facebook e Twitter di Federico Palmaroli, “Le più belle frasi di Osho”, quando si decise di abolire le domeniche gratis ai musei.

“C’avemo sti bei centri commerciali che c’invidia tutto er mondo.. e annamo a far a muffa ai musei”.

Non rimane che andare al parco.

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