Il 31 dicembre 2018 è vicino e i 7 Punti di primo intervento della provincia di Latina potrebbero scomparire. I presidi di Sezze, Cisterna di Latina, Cori, Priverno, Sabaudia, Gaeta e Minturno lasceranno spazio ad un’ambulanza medicalizzata.
Ma mentre si cerca di capire se corrisponde al vero quanto annunciato alcuni mesi fa dall’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato riguardo la proroga di un anno agli adempimenti del decreto ministeriale del 2015, il tempo passa. E aumentano i rischi per i cittadini.
Per questo i Meet Up del Sud Pontino e CasaPound tornano a manifestare contro la chiusura sabato 15 dicembre alle 17 in piazza Annunziata a Minturno.
Sarà un’occasione per chiedere maggiori tutele sanitarie e per porre nuovamente all’attenzione la costruzione del Policlinico del Golfo.
“Già sappiamo – hanno spiegato gli attivisti – che perderemo l’attuale ospedale di Formia nel 2033, quando scadrà il leasing e il vincolo d’uso sulla struttura. Un esito che oggi risuona più chiaramente per quello che già appariva nel 2002, quando la decisione venne presa. Un’operazione di equilibrismo finanziario, una scommessa sulla salute dei pazienti, firmata dalla giunta regionale Lazio di Francesco Storace. Tutti i 49 presidi sanitari vennero concessi alla società San.Im spa. Successivamente furono affittati alla Asl per poi cedere i crediti alla Cartesio srl“.
“All’epoca tale operazione fu definita dalla Corte dei Conti come un’archetipo di evento produttivo di squilibri strutturali di bilancio – ha continuato il Meet Up di Formia – doveva nascere per risanare le spese economiche. Con il risultato finale che tra gli ospedali riacquistati manca proprio il Dono Svizzero”.
Dura anche la posizione del leader minturnese di CasaPound. “La sanità pubblica non si tocca – ha affermato Marco Moccia – non esistono tagli o riduzioni ingiustificabili. Il diritto alla salute è sacro come contemplato dall’articolo 32 della Costituzione. Minturno non è terra di conquista da depredare, siamo stufi che il nostro paese sia considerato di serie c solo perché al confine con la Campania. I cittadini pagano le tasse come tutti gli altri abitanti del Lazio e meritano anzi pretendono una sanità degna di questo nome”.