Risarcito un lavoratore licenziato nel 2017 dall’azienda Natuna, leader nei servizi integrati alle aziende e con commesse in tutte le maggiori aziende della provincia di Latina.
Finisce così un incubo durato 5 anni per il dipendente di Sonnino accusato di aver tratto in inganno la società con false timbrature seppure era uscito dal lavoro anzitempo.
Con la sentenza di oggi il giudice del Lavoro del tribunale di Latina, Avarello, in riforma di un primo provvedimento sommario che legittimava il recesso ha definitivamente accertato l’illegittimità del licenziamento e condannato l’azienda al risarcimento dei danni subiti dal lavoratore.
Il lavoratore, rappresentato dall’avvocato Fabio Leggiero, giuslavorista del foro di Latina, commentando la sentenza ha dichiarato come il Tribunale in maniera corretta abbia accertato l’insussistenza del fatto che aveva determinato il licenziamento. L’azienda anche con l’ausilio di un’Agenzia Investigativa, era giunta a conclusioni del tutto errate.
“L’attività istruttoria richiesta dalla difesa del lavoratore – ha spiegato Leggiero – ha smantellato l’impianto accusatorio ristabilendo prima di tutto la dignità di un lavoratore e poi ovviamente il suo diritto a vedersi dichiarato illegittimo l’intimato licenziamento con le conseguenze risarcitorie del caso.
La sanzione disciplinare del licenziamento – ha continuato il difensore – ancorchè derivante da comportamenti astrattamente meritevoli di licenziamento secondo la lettera della legge, non può mai derivare da automatismi e non può mai violare il criterio di proporzionalità, ripetutamente affermato dalla Suprema Corte di cassazione”.