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Legge elettorale, la Consulta boccia il Porcellum

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di Lucio Fava del Piano – La Corte Costituzionale ha bocciato la legge elettorale in vigore per l’elezione di Camera e Senato, il cosiddetto Porcellum. In particolare, i giudici della Consulta hanno decretato l’illegittimità costituzionale di entrambi i punti che erano stati sottoposti alla loro valutazione, il premio di maggioranza per le Camere e l’assenza delle preferenze. Non c’è stato dunque alcun rinvio, come sembrava profilarsi, e la camera di consiglio ha deliberato dopo poco più di 24 ore dall’udienza pubblica.

Nella nota emessa da Palazzo della Consulta si legge che “La Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme della legge n. 270/2005 che prevedono l’assegnazione di un premio di maggioranza (sia per la Camera dei Deputati che per il Senato della Repubblica) alla lista o alla coalizione di liste che abbiano ottenuto il maggior numero di voti e che non abbiano conseguito, almeno, alla Camera, 340 seggi e, al Senato, il 55% dei seggi assegnati a ciascuna Regione. La Corte ha altresì dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme che stabiliscono la presentazione di liste elettorali ‘bloccate’, nella parte in cui non consentono all’elettore di esprimere una preferenza”.

Nonostante la decisione immediata, la Corte ha voluto lasciare una sorta di spiraglio a un’eventuale azione del legislatore. “Resta fermo – si legge ancora nella nota – che il Parlamento può sempre approvare nuove leggi elettorali, secondo le proprie scelte politiche, nel rispetto dei principi costituzionali”. Una precisazione non di poco conto, perché vale anche come legittimazione di un Parlamento che immediatamente, soprattutto ad opera delle opposizioni, si è preso a considerare politicamente delegittimato, in virtù dell’illegittimità del meccanismo con il quale è stato eletto.

Sul fronte politico, però, le posizioni predominanti sono quelle di chi considera la decisione uno stimolo ad approvare in tempi brevi una nuova legge elettorale. Per Pierluigi Bersani “adesso il Parlamento non può scansare il suo dovere”, mentre Gennaro Migliore di Sel afferma che “è necessaria immediatamente una buona legge elettorale, che sia in linea con l’orientamento espresso dalla Corte”. Sulla stessa linea Angelino Alfano, per il quale “a questo punto non ci sono più pretesti e alibi per alcuno, si deve procedere con urgenza a cambiare la legge elettorale” e Pier Ferdinando Casini che invita “il Parlamento a lavorare subito all’approvazione delle due modifiche”.

Insomma, in linea di principio sembrano essere tutti d’accordo, almeno dalla parti della maggioranza. Adesso bisognerà vedere se riusciranno a trovare un accordo su quale riforma approvare.

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