C’è un comitato, che si è costituito l’8 gennaio a Roma.
Si chiama “Piazza Grande Femminista Roma e Lazio”.
Nasce per sostenere la candidatura di Nicola Zingaretti a segretario nazionale del Pd e, più in generale, per rafforzare il progetto di inclusione e confronto che porta il nome di “Piazza Grande” di cui proprio Zingaretti è leader.
E lunedì a Latina le femministe pro Zingaretti, capeggiate dall’assessore alle pari opportunità della giunta Coletta, Patrizia Ciccarelli, hanno organizzato un incontro, alle 18, nel locale “8-11 Forchetta e Pennello” (ex Stoà) in via Cesare Battisti 21.
Alla riunione organizzata anche da Lorella Libanori, Chiara Grenga e Mariolina Marinelli, parteciperanno Marta Bonafoni e Cecilia D’Elia promotrici, insieme a Maddalena Vianello della nascita del comitato laziale.
“Piazza Grande Femminista vuole essere un luogo di discussione e di relazione dentro la corsa di Nicola Zingaretti alla segreteria del Partito democratico.
“Uno spazio – spiega la Ciccarelli – promosso da donne che hanno in comune una formazione e una pratica femminista agita all’interno di un movimento che rappresenta oggi per il nostro Paese una soggettività politica forte che ancora non trova un riflesso nel dibattito politico. Oggi la cosa più vitale e generosa – capace di scambio e desiderosa di cambiamento – che c’è in Italia è il movimento femminista”.
A pesare sulla nascita di questo comitato c’è l’esigenza di riorganizzare il partito democratico, in discesa libera dopo l’esito devastante delle elezioni del 4 marzo.
“Piazza Grande Femminista si propone – continua la Ciccarelli – come uno spazio aperto, inclusivo, energico, vero. Animato da donne non per forza iscritte al Pd: esponenti dell’associazionismo, del mondo della scuola, attive nella cultura, economiste, giuriste.
Tutte”.
Una opportunità la definiscono “per fare esplodere la questione femminista dentro il dibattito”.
“Vogliamo – conclude la Ciccarelli – andare oltre l’appuntamento del 3 marzo nella consapevolezza che il lavoro che le donne stanno portando avanti nel variegato mondo femminista e nei centri antiviolenza sia già politica, sia già costruzione di risposte.
Non per il Pd ma per il Paese. Perché il governo gialloverde – maschilista, sovranista e familista – non ci piace ma non vogliamo accontentarci di una qualsiasi alternativa.
Vogliamo che stavolta si cambi davvero”.