di Francesco Miscioscia – Le dimissioni di Salvatore La Rosa si lasciano dietro strascichi polemici. Ufficialmente il Comune di Latina dice che le dimissioni erano concordate ed erano già stabilite dal giorno dell’insediamento dell’ex Prefetto. “Si conclude un percorso sui Piani urbanistici che, come stabilito con il sindaco al momento dell’incarico, doveva arrivare fino alla decisione della Regione”, così recita la nota di Piazza del Popolo. Tuttavia, come già avevamo detto anticipando la notizia delle dimissioni, tra La Rosa, Di Giorgi e la maggioranza c’era una spaccatura legata al da farsi sui Ppe. La Rosa era a favore della bocciatura dei piani, mentre è prevalsa quella che è stata definita “la linea del Sindaco”: con la Regione ci sono due visioni diverse sull’iter che ha stabilito la legittimità dei piani particolareggiati, dunque se Zingaretti e i suoi uffici li ritengono illegittimi, abbiano il coraggio di dirlo apertamente e di bocciarli.
Ma la linea di Di Giorgi, si sa, è abbastanza condizionata da Forza Italia. Quello stesso partito che mise in difficoltà Ajmone Finestra e Vincenzo Zaccheo prima ancora di Giovanni Di Giorgi. Tre sindaci caduti per ragioni strettamente legate all’Urbanistica e agli interessi di Forza Italia. Ma all’epoca di Finestra e Zaccheo Forza Italia era forte e poteva permettersi di comandare e di imporsi; con Di Giorgi questo non dovrebbe più accadere. Oggi Forza Italia, rinata dalle ceneri del PdL, è in seria difficoltà, ed è lecito chiedersi perché un partito in questo stato comatoso riesca ancora a condizionare così tanto la politica di Latina. I sondaggi nazionali dicono che il partito di Silvio Berlusconi è tra il 10 e il 12%. L’ultimo dato disponibile su Latina risale alle Elezioni Europee: certo, gli azzurri hanno mantenuto un lusinghiero 25%, peccato che il PD in quella stessa tornata elettorale abbia raccolto il 30% dei voti (dati del Viminale). E in una città storicamente di destra bastano questi due numeri a far riflettere.
Forza Italia si spaccia ancora per partito forte, quando forte non lo è più. Ma se riesce ancora a condizionare la politica di Latina è perché non ha contendenti. Il PD non riesce a imporsi, si divide tra le correnti interne e non fa che presentare mozioni e proposte che puntualmente vengono bocciate dalla maggioranza, sempre compatta dentro il Consiglio Comunale. Il PD non riesce proprio a far cadere Di Giorgi.
Forza Italia invece continua a rappresentare i poteri forti. Ma Latina ha bisogno di uno scatto di reni per dimostrare che non esistono soltanto malaffare, mala politica e indagini. Qualcuno si dovrebbe svegliare, l’opposizione si dovrebbe svegliare e sfruttare lo stato di grazia del PD a livello nazionale e locale. Il Partito Democratico, se veramente vuole un cambiamento, non dovrebbe lasciarsi sottomettere da una forza politica che ormai non rappresenta che una minoranza.