L’emergenza sanitaria imposta dalla diffusione del Coronavirus sta creando effetti devastanti sotto il profilo economico ed occupazionale.
Le misure contenute nel decreto “Cura Italia” sono un piccolissimo passo avanti ma serve molto di più soprattutto per evitare il collasso del sistema economico prima della chiusura di questa fase di allerta.
La situazione di emergenza che sta sconvolgendo le nostre vite e il nostro Paese sta accelerando in tutto il mondo e la strada della ripresa sarà lunga e probabilmente lenta.
“Sono però certo che – interviene il portavoce di Fratelli d’Italia a Latina, Gianluca Di Cocco – con lo spirito giusto, la passione e la tenacia che ci contraddistingue ne verremo fuori anche questa volta che per la nostra generazione è certamente la più dura. Noi imprenditori stringiamo e stringeremo i denti, ad oggi stiamo cercando prima di tutto di tutelare la nostra salute e quella dei nostri cari, ma certamente le preoccupazioni sono molteplici, il futuro è incerto e poco chiaro”.
Il nodo da sciogliere non sta solo nella volontà che tutti gli imprenditori hanno di riprendere le proprie attività ma nell’effettiva capacità di riuscire a farlo reggendo al contraccolpo di questa emergenza economica.
“Saremo pronti per quando arriverà il momento della ripartenza… Certo Perché quel giorno dovrà arrivare! Ma quante aziende avranno la forza di reggere e quante abbandonate di reagire? Al momento – spiega Di Cocco – si tratta di un decreto sospensione che definisco all’acqua di rose, non si parla di riduzione o rateizzazione dei tributi e di tutti i pagamenti . Tendenzialmente i big non hanno problema di liquidità per un mese o per un calo fatturato e in ogni caso hanno possibilità di accesso al credito”.
Ma le piccole e medie imprese? Quelle che storicamente hanno rappresentato le spalle del gigante su cui l’economia italiana e in provincia di Latina sono riuscite storicamente a far leva?
“Servono azioni concrete, certo senza apparire irragionevoli, facendo richieste che possono apparire pretestuose…ma allo stato attuale il pericolo per tante partite Iva e non solo è alle porte. In questo momento – conclude Di Cocco – servono scelte coraggiose e serve una classe dirigente che abbia lungimiranza e “capacità””.