Giocare a carte scoperte.
Questo è l’input rispetto ad un governo, quello del sindaco Coletta e della maggioranza di Lbc, che è sull’orlo del tracollo.
Non si tratta solo di una questione di numeri.
I consiglieri di maggioranza continuano a bussare alla porta del sindaco chiedendo spiegazioni sui ritardi accumulati ed i controlli mancati.
I nodi di un’amministrazione in difficoltà stanno venendo man mano al pettine.
Non reggono più neanche le barricate a prescindere che cercavano di ammantare di rivoluzione quella che si è rivelata semplice inerzia.
Sul piatto ci sono i fondi persi per lo sviluppo della maria di Latina, i ritardi, sotto il profilo dei servizi, sul lungomare a stagione estiva entrata nel vivo.
Ma anche la gestione del verde pubblico e delle strade.
Tutti elementi che, se legati al malumore crescente che si vive negli uffici comunali rendono a pieno lo stato di crisi in cui Coletta e Latina bene comune sono costretti a vivere.
A questo si aggiungono i mal di pancia sulle continue defezioni che segnano in modo irreversibile la giunta allungando i tempi decisionali, impantanando la gestione della città in stereotipate dimissioni.
E, ovviamente, l’ipotesi di far entrare nell’esecutivo un esponente del Pd che dimostrerebbe come la carta dei civici non convinca più neanche il sindaco.
Per Coletta la pace è finita.
Per Latina bene comune una contemporanea Waterloo si avvicina.