Se congresso deve essere che non sia una corsa al campione delle tessere.
Questa la sfida che i Giovani democratici lanciano al Pd.
“Rimaniamo convinti – spiegano – che non basterà un congresso per rispondere alle numerose ed oggettive, anche a detta dello stesso gruppo dirigente comunale, criticità che interessano il nostro partito. Il solo e mero rinnovamento dell’organigramma, evidentemente necessario, rischierebbe di eludere il vero tema politico cui questo congresso dovrebbe invece essere chiamato: rifondare interamente la visione della società (che non è un tema di sola ‘esclusività nazionale’) e dell’iniziativa politica, anche localmente, dando luogo ad un dibattito che sia il più largo e aperto possibile”.
I giovani dem puntano a rafforzare eradicare il partito fuori da ogni logica di corrente e di personalismi che sinora hanno ridotto quello che dovrebbe essere il principale partito ad un insieme di ambizioni.
“Con questo spirito – spiegano – va letto il nostro impegno durante la campagna congressuale nazionale di marzo scorso, i numerosi incontri di riflessione svolti con associazioni e organizzazioni vicine, nonché la formulazione con quegli stessi gruppi di prospettive di lavoro a lungo termine, il nostro impegno nella passata stagione autunnale e, infine, nelle ultime settimane, varie iniziative di confronto assembleare e libero, volte a coinvolgere iscritti, stimolare ed aprire la discussione a chi sta fuori, a chi sta dentro ma si sente perduto, a chi ci guarda con disillusione, a chi ci vorrebbe diversi o a chi, semplicemente, senta la necessità di portare un contributo, partendo dal presupposto che ognuno è una risorsa”.
Il congresso, quindi, deve rappresentare un momento di confronto aperto, inclusivo, plurale capace di segnare il primo passo verso un serio e concreto cambiamento capace di superare la soglia delle semplici parole per diventare prassi.
“Vigileremo ed auspichiamo che il congresso ormai prossimo non sia soltanto una prova di forza tra correnti, una mera conta interna cui in passato siamo spesso stati abituati. Invitiamo dunque a non seguire e diffidiamo qualsivoglia pratica di tesseramento irregolare o ‘poco etica’: pretendiamo – concludono – rispetto per una comunità che chiede maggiore coinvolgimento, chiarezza, in diverse misure discontinuità e ci batteremo per questo”.