Hanno creato anche un gruppo su Facebook che in poche ore ha visto l’adesione di decine di ristoranti che operano in tutto il territorio pontino.
Il nome, che ha il sapore di un motto, è “Siamo aperti, non ci facciamo frenare dalla paura“.
Ci sono i locali sul lungomare, quelli del centro città, per arrivare ai Monti Lepini e toccare diversi comuni della provincia.
Il Coronavirus, purtroppo, è anche questo. E’ paura di frequentare e di frequentarsi, di uscire, di continuare con la vita di tutti i giorni.
Una paura legittima legata anche al clima di psicosi che si è creata dimenticando che non c’è un nemico da abbattere ma un’emergenza comune da affrontare.
Perchè nessuno di noi ha la possibilità di fermare il virus se non i medici, i virologi, i biotecnologi.
Ma abbiamo la possibilità e la responsabilità di unirci per evitare che all’emergenza sanitaria si aggiunga quella economica.
I ristoratori intanto hanno incrementato i presidi di sicurezza già esistenti. Hanno ridotto il numero di tavoli per aumentare la distanza tra le persone.
Eppure i numeri delle disdette continuano a salire con percentuali che rischiano di affossare il settore in poco tempo.
Il tutto in vista di una stagione, non solo estiva, che rischia di essere segnata, di questo passo, da una vera e propria recessione del settore.
Lunedì pomeriggio si terrà un incontro per fare chiarezza su quanto sta accadendo e per capire quali misure condivise si possano mettere in campo e per governare un processo che non può vivere di fake news e paura.