martedì 26 Settembre 2023

Latina e la lezione di Catalogna e Veneto

Ma quanto è lontana la Catalogna? Quanto è distante quel Veneto che aveva Venezia aperta al mondo, ora ha paura anche del vento che viene da fuori? Amo la Catalogna repubblicana che resiste libera ai fascisti, ma canta l’internazionale. Amo il Veneto, sono figlio di una donna che aveva per cognome Bergamin e, nonostante l’amore per mio padre, era per la purezza cispadana, ma il mio Veneto era la la Serenissima Repubblica di Venezia che commerciava col mondo e pensava aperto. Sono figlio di chi ha per Patria il proletariato e per matria quel Marco Polo che andò nel Catai e non si fermò a San Donà del Piave.
Sono anche orgogliosamente lepino, per quelle radici così forti che mi fanno italiano, occidentale, in corsa in questo mondo.
Per questo la Catalogna egoista, il Veneto avaro sono a me lontani, sono tristi. La Catalogna si fa grande in Spagna, il Veneto esce dalla povertà più nera per questa Italia che gli ha donato la speranza. Latina sta dentro questo processo? Sì, si è chiusa da tempo, si dice bastevole nella sua “buona volontà” che non ha prospettive, come un serpente che si riavvolge, su se stesso. Posizione rassicurante, ma prima o poi devi andare a cercare la vita. La vita non chiude e chi si chiude si impoverisce sempre, la vita passa lungo il fiume, o sul mare, muore nel deserto. La vita è incontro, gli eremiti sono già morti. Catalogna e Veneto prenotano la loro tristezza, spero che Latina si salvi: da ciascuno la sua diversità, a ciascuno le sue opportunità.
Lidano Grassucci
Direttore di LatinaQuotidiano fino ad Aprile 2018. Giornalista professionista, laureato in scienze politiche, è stato direttore de Il Territorio, Tele Etere, Economia Pontina, caposervizio presso Latina Oggi e autore di numerose pubblicazioni.

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