Non sono passate inosservate le parole del sindaco di Latina Damiano Coletta nell’intervista sul quotidiano La Repubblica in merito a quanto accaduto nel corso della manifestazione di ristoratori e addetti delle palestre, imprenditori e lavoratori, che si è svolta lunedì in piazza del Popolo.
Il riferimento corre alla presenza, da cui i commercianti hanno immediatamente preso le distanze, stigmatizzandone non solo l’atteggiamento ma anche i modi di inquinare una manifestazione pacifica in cui l’unica cosa che si voleva far ascoltare alle istituzioni non erano certo quegli inutili cori da stadio ma la sofferenza, il disagio ela paura per l’assenza di futuro a cui le ultime misure previste dal decreto Conte hanno condannato interi settori.
“Parliamo di una manifestazione che ci poteva stare, organizzata – racconta Coletta nell’intervista su La Repubblica – da un gruppo di commercianti, ristoratori, operatori delle palestre che volevano manifestare la loro disperazione rispetto ai provvedimenti del Dpcm, ma è poi prevalsa la presenza di infiltrati che nulla avevano a che fare con tali istanze e che hanno strumentalizzato tutto, con cori, insulti nei miei riguardi che non ho potere su determinate misure. In pratica, come nelle situazioni di disagio si infiltra la mafia in questo caso si è infiltrata la politica più becera”.
“Un periodo difficoltoso per tutti noi ristoratori e per gli operatori del settore. Siamo certamente in difficoltà ma non ci abbattiamo e sono certo che troveremo tutti le vie d’uscita per questa situazione difficile, sia economica sia sanitaria. Su un punto però vorrei ci fosse la massima chiarezza: le manifestazioni di questi giorni a Latina ma anche nel resto del Paese, contro i provvedimenti previsti dal Dpcm, sono state volute e sostenute dagli operatori e attività che sono rimaste colpite. Chi era in piazza tra gli operatori – spiega Gianluca Di Cocco, imprenditore di Latina – stava protestando per legittime preoccupazioni sul futuro del loro lavoro, di quello dei loro dipendenti, delle loro famiglie”.
In questi mesi, per rispettare le regole anti contagio, questi imprenditori hanno sostenuto investimenti importanti.
“Noi condanniamo le intemperanze e le violenze. Ma questo non deve oscurare le sacrosante ragioni della nostra battaglia e insabbiare le negligenze di chi doveva fare e non ha fatto. Per queste ragioni quanto dichiarato dal sindaco Coletta a La Repubblica è inaccettabile. A Latina si sta veramente disegnando – conclude Di Cocco – qualcosa che non esiste…questo è volere “annacquare” la realtà delle cose. Le regie occulte sono state smentite in tutta Italia dal Copasir che ha ascoltato i responsabili dei servizi segreti. L’unica regia occulta è la fame. Questo voler dare una visione distante anni luce dalla verità, offende tutta la nostra amata città e molti cittadini. Per quale fine mi domando?”.