di Eleonora Spagnolo – Il Consiglio Comunale ha deciso: la gestione dei rifiuti sarà affidata a una società estera scelta con gara pubblica. La decisione arriva al termine di un consiglio comunale fiume, terminato a notte inoltrata, probabilmente l’ultimo con Giovanni Di Giorgi sindaco. In aula si sono confrontati le linee di PD, Forza Italia e Insieme per Latina, a favore della gara pubblica, contrapposti a Fratelli d’Italia e agli indipendenti Bruni e Chiarato che propendevano per la gestione “in house”. È passata la mozione congiunta tra PD e Forza Italia con 20 voti a favore e 7 contrari.
Punti del contendere che hanno orientato il dibattito in aula sono stati la questione occupazionale e le ripercussioni economiche della scelta. Il primo a intervenire e a contestare la gestione economica di Latina Ambiente è stato Fabio Cirilli. “Una società come Latina Ambiente non può essere usata per know how visto che ha prodotto debiti per 31 milioni”. Affronta la questione occupazionale Maurizio Mansutti, del PD, che vuole tranquillizzare i dipendenti di Latina Ambiente: “I dipendenti di società a partecipazione pubblica o che gestisce servizio pubblico nell’ipotesi che ci sia un cambio della guardia per la legge italiana e la legge europea saranno transitati all’interno della nuova società – spiega -. Le vostre famiglie non perderanno nulla”, dice rivolgendosi al pubblico composto da molti lavoratori della Latina Ambiente. Accenna al ritardo con cui è affrontata questa questione Omar Sarubbo: “È stato un errore arrivare oggi a parlare del futuro di Latina Ambiente”. Duplice errore, perché se ne poteva parlare molto prima della scadenza del rapporto contrattuale e non nel bel mezzo di una crisi di maggioranza. Corrado Lucantonio illustra la posizione di Forza Italia: “Qualunque scelta comporterà problemi, ci auguriamo che la soluzione esterna sia la scelta migliore”.
Cesare Bruni è il primo a parlare a favore della soluzione “in house”. “Latina Ambiente è stata protagonista di sperperi ma negli ultimi anni il nuovo management ha ottenuto successi – spiega il consigliere indipendente – La nuova amministrazione dovrà avere una gestione oculata e sottrarsi a logiche da carrozzone politico”, suggerisce Bruni. La gara pubblica rischia di segnare la fine di Latina Ambiente: “Non possiamo essere tranquilli a porre Latina Ambiente in liquidazione. Non ho certezze sull’impatto finanziario della città”, dice Bruni. Perché il Comune ha debiti con la Latina Ambiente, che in caso di fallimento dovranno essere pagati. “Il fallimento è lo scenario peggiore”, dico nel suo intervento Gianni Chiarato. Ci pensa Nicola Calandrini a prospettare lo scenario peggiore: in caso di gara europea Latina Ambiente potrebbe fallire, e fallirebbe anche prima del 31 dicembre, allo scadere del suo contratto: già alla prossima assemblea dei soci fissata per il 29 giugno, la società potrebbe optare per portare i libri in Tribunale. L’intervento di Calandrini è volto anche a difendere la mozione di Fratelli d’Italia: gestione in house e istituzione di una “due diligence” per verificare la reale situazione economica di Latina Ambiente. “La due diligence non è una perdita di tempo. Prima di scegliere dobbiamo chiederci se Latina Ambiente può fallire o non può fallire” ha detto Calandrini all’aula. La risposta la esprime Giuseppe Coluzzi per Forza Italia: “Latina Ambiente in 18 anni è arrivata a costare da 9 miliardi del 1997 ai 22 milioni di euro attuali (45 miliardi), il 500% del costo di partenza. Sono felice che cessi Latina Ambiente”. Marco Fioravante si concentra proprio sul rischio che la municipalizzata fallisca: “Ammettete le responsabilità di aver portato Latina Ambiente nel punto in cui siamo – ha detto rivolto a sindaco e maggioranza -. Il centrodestra deve dire perché questa società è a rischio fallimento”. Ma la posizione del PD non è nuova, lo ricorda Alessandro Cozzolino: “Parlavamo di gara pubblica già nella scorsa campagna elettorale”.
In aula erano presenti anche il presidente di Latina Ambiente, Massimo Giungarelli. Nelle dichiarazioni di voto e durante le votazioni è esploso il malumore del pubblico che ha più volte interrotto gli interventi urlando e venendo richiamato all’ordine. I dipendenti di Latina Ambiente hanno mostrato cartelli di protesta. “300 famiglie sulla coscienza”, “Ci vediamo alla corte dei conti”, “Comune defondizzato”, “PD + Forza Italia = fallimento comunale”, questo era scritto sui cartelli dei tanti che hanno aspettato la fine del Consiglio a notte inoltrata. La nuova società scelta tramite gara pubblica potrebbe garantire il posto ai lavoratori ordinari a tempo indeterminato, ma molto probabilmente farà a meno degli amministrativi, avendone già di propri. Per Latina Ambiente invece si prospetta la messa in liquidazione. Al termine della seduta è esploso il loro malcontento con urla all’indirizzo dei consiglieri e contestazioni proseguite anche fuori dall’aula in Piazza del Popolo.