di Giusy Cavallo – Tra le conseguenze delle dimissioni di Di Giorgi, nel caso queste dovessero essere confermate, c’è l’ipotesi del dissesto finanziario. Avevamo già anticipato che se dovesse arrivare un commissario prefettizio questo per far rientrare i conti potrebbe aumentare al massimo le tasse. Ma non è tutto.
Secondo il Testo Unico sulle Autonomie Locali, se il Commissario dovesse trovare una condizione “strutturalmente deficitaria” nella quale il Comune non riesca più ad assolvere “le funzioni ed i servizi indispensabili” e “assicurare il pareggio economico del bilancio di competenza”, “a causa di elementi strutturali” sarebbe costretto a dichiarare il dissesto finanziario.
La deliberazione dello stato di dissesto non è revocabile e ha una serie di gravi ripercussioni in primis per i cittadini perché la legge prevede “l’aumento delle imposte e delle tasse nella misura massima consentita”. Inoltre il risanamento dell’ente locale dissestato ha la durata di cinque anni (a decorrere dall’anno per cui viene redatta l’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato) e in questo periodo mantengono efficacia i provvedimenti di aumento delle imposte, tariffe, canoni e contribuzioni dell’utenza, restano valide le limitazioni relative alla percentuale di costo dei servizi da coprire mediante le tariffe, perdura il divieto di variare la pianta organica.
Il comma 5 della Art. 248 del Testo Unico sulle Autonomie Locali, però, sancisce anche una serie di conseguenze per gli amministratori che si sono resi responsabili del dissesto del Comune. Infatti, se questi sono riconosciuti “responsabili di aver contribuito con condotte, dolose o gravemente colpose, sia omissive che commissive, al verificarsi del dissesto finanziario non possono ricoprire, per un periodo di dieci anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni ed organismi pubblici e privati”. Inoltre “i sindaci e i presidenti di provincia ritenuti responsabili non sono candidabili, per un periodo di dieci anni, alle cariche di sindaco, di presidente di provincia, di presidente di Giunta regionale, nonché di membro dei consigli comunali, dei consigli provinciali, delle assemblee e dei consigli regionali, del Parlamento e del Parlamento europeo e non possono altresì ricoprire per un periodo di tempo di dieci anni la carica di assessore comunale, provinciale o regionale né alcuna carica in enti vigilati o partecipati da enti pubblici”. Oltre a questo la Corte dei Conti può anche imporre ai responsabili – sempre se viene accertato il dolo e la colpa grave – una sanzione pecuniaria pari ad un minimo di cinque e fino ad un massimo di venti volte la retribuzione mensile lorda dovuta al momento di commissione della violazione.
Queste motivazioni potrebbero spingere Di Giorgi a tornare per mettere a posto i conti e far approvare il bilancio consuntivo. Anche se, secondo quanto denuncia da più mesi l’opposizione, non dovrebbe essere un’operazione facile. Solo oggi il democratico De Amicis ricordava al sindaco che nel bilancio c’è un buco da 12 milioni di euro, difficile recuperarli in pochi mesi…