Arriva dall’Anpi una proposta per trovare una soluzione abitativa per i cittadini senza fissa dimora che nei giorni scorsi sono stati sgomberati dai giardini di via Don Morosini.
La sezione dell’Anpi pontina Severino Spaccatrosi, in una lettera indirizzata al commissario straordinario del Comune di Latina Carmine Valente chiede di utilizzare le case confiscate alla criminalità organizzata per offrire un riparo a chi vive per strada.
“Da venerdì 10 marzo – si legge nel documento – il monumento a Sandro Pertini resta solo. Dopo lo stridere dei frullini utilizzati per smembrare quelle che erano panchine pubbliche, la sua compagnia si è trasferita qualche metro più avanti. Caro Commissario Valente, questa lettera volge a lei una flebile voce per chiederle, per quanto le possa essere possibile, maggiore attenzione. Come Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ci siamo interrogati su quale potesse essere il nostro ruolo in questa vicenda, ebbene tra le molte ipotesi scartate quella di rimanere inermi ci è sembrata subito la meno adatta. Dobbiamo rispondere a un’umanità che non ha più la speranza sulle spalle che fornisca loro le energie di chiedere aiuto e al contempo rispondere alle cittadine e ai cittadini che cercano di poter svolgere serenamente le proprie vite. Voci che non si intersecano ma che viaggiano sugli stessi binari. Giunti a questo punto commissario ci preme fare ciò per cui i nostri partigiani si contraddistinsero, essere concreti. Sappiamo bene che non è spostando ‘un problema’ che questo possa trovare soluzione, vietando il bivacco a coloro che non hanno mura ad accoglierli, escluderli dalla nostra città, ‘Latina, città dei diritti’ con un foglio di via. Abbiamo avuto modo di confrontarci in questi giorni con numerosi esperti del settore immigrazione e assistenza sociale di grandi città Italiane, alla ricerca di una soluzione valida sul lungo periodo. Alla fine, come spesso accade, l’abbiamo trovata vicino a noi. Sappiamo che nessuno ha la bacchetta magica, ma a Latina abbiamo di meglio: immobili vuoti che nessuno desidera impiegare e che, pur essendo della collettività, rischiano di andare in rovina senza riscatto: le proprietà sottratte negli anni alla malavita locale. Non nascondiamoci dietro un dito, è successo e succede in tutta Italia, il timore di ritorsione e il velo di omertà che inevitabilmente avvolge le comunità ferite da queste situazioni scoraggiano dal partecipare ai bandi di assegnazione. Quella che paventiamo come unica soluzione dignitosa per la cittadinanza tutta non è dunque la solita guerra tra ‘poveri’ ovvero forzare l’assegnazione di abitazioni Ater a queste persone in difficoltà, ma un progetto ben più ampio che si rivela in due parole: Housing First, sviluppato nel dettaglio dall’ultima amministrazione Lbc. L’Housing First (Hf) è un modello di intervento nell’ambito delle politiche per il contrasto alla grave marginalità basato sull’inserimento in appartamenti indipendenti di persone senza dimora con problemi di salute mentale o in situazione di disagio socio-abitativo cronico allo scopo di favorire percorsi di benessere e integrazione sociale, come descritto dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali”.
L’Anpi scrive al Commissario: “Ai senzatetto le case confiscate alla criminalità”
Arriva dall'Anpi una proposta per trovare una soluzione abitativa per i cittadini senza fissa dimora che nei giorni scorsi sono stati