Confronto in aula oggi, 26 novembre, per ricostruire gli eventi che portarono all’omicidio di Domenico Bardi. Sul banco degli imputati l’avvocato Francesco Palumbo, che sparò diversi colpi contro i ladri che avevano svaligiato la casa dei genitori e che si era trovato davanti. Bardi rimase a terra e morì poco dopo, un altro componente della banda fu invece ferito ad un braccio.
Oggi, davanti la Corte d’Assise di Latina, presieduta dal giudice Soana, i consulenti della difesa e la polizia scientifica si sono dati battaglia per dimostrare la loro ipotesi di quanto avvenuto nell’ottobre del 2017. In particolare un dettaglio non li trova d’accordo, da un lato l’accusa è convinta che il professionista avanzasse mentre sparava con la pistola. La difesa invece, dopo attenti studi, ha confermato anche oggi che secondo la sua ricostruzione Palumbo arretrasse spaventato dalla minaccia dei malviventi che aveva trovato nel giardino di casa dei suoi genitori.
La polizia scientifica anche attraverso un video aveva già mostrato alla giuria popolare come Bardi sarebbe stato colpito di spalle, mentre stava scendendo dalla scala a pioli con la quale i malviventi erano entrati nell’abitazione. L’avvocato avrebbe preso la mira e solo dopo avrebbe sparato verso l’uomo. Quindici invece sarebbe stato colpito ad un braccio, mentre aveva le mani alzate, in segno di resa.
Il consulente della difesa, il professore Martino Farneti, ha sempre contestato questa ricostruzione. Non ci sarebbe stato, a suo dire, nessun colpo mirato da parte di Palumbo, difeso dagli avvocati Tommaso Pietrocarlo e Leone Zeppieri. Sempre secondo quanto spiegato dal professore, l’imputato non poteva prendere la mira, perché la visuale sarebbe stata ostruita da una siepe, inoltre sarebbe stato comunque difficile data la potenza della pistola, e il breve lasso di tempo in cui sono stati esplosi i colpi.
L’udienza è stata rinviata al 21 gennaio 2022, questa volta per l’esame dei testi della difesa. Saranno sentiti il medico legale Manciocchi, consulente della difesa, e alcuni poliziotti che avevano indagato sui movimenti della banda dopo l’omicidio.