giovedì 23 Marzo 2023

La pulizia etnica di Coletta, cancellati i sezzesi

“Eppure da sempre questa città e questo territorio sono stati un porto sicuro in cui sperare, rifugiarsi, riscattarsi: qui sono venuti i lavoratori da ogni parte d’Italia in un periodo di grande crisi, qui sono arrivati i coloni dal Veneto, dal Friuli e dall’ Emilia Romagna a ricostruire una vita insieme alla loro famiglia, qui sono venuti i profughi dall ’Est europeo a cercare un rifugio dalle dittature comuniste, i libici espulsi dal colonnello Gheddafi”. Parole di Damiano Coletta, sindaco di Latina, per gli 86 anni della città. 

Damià, ma non ti sei dimenticato niente? Damiano ma credi veramente (o chi ti ha scritto il discorso ignora?) che qui non c’era nulla? Pensi che questa sia l’effimera isola Ferdinandea sorta dalle eruzioni del vulcano e vuota. Ha dimenticato i butteri, hai dimenticato i cittadini di Gaeta e del sud pontino si quelli di Vittorio Cervone sindaco di questa città, o un certo Guido Bernardi anche lui di Sezze, succeduto da Vincenzo Tasciotti, pure lui di Sezze. Il primo sindaco cispadano, dei gruppi sociali citati dal sindaco arriva nel 1980, Delio Redi. la classe dirigente di Latina è di Sezze, Cori, Priverno, Terracina e Gaeta. 

Tutti hanno fatto la città, anche i profughi dell’Est, e non i setini, i privernesi, i coresi, i terracinesi. Chissà se sei di dove era Ezio Lucchetti, presidente della Camera di Commercio, Riccardo Cerocchi, quello che ha fondato il campus internazionale di musica. Ma loro, come Tasciotti e Bernardi, non ci dovrebbero essere stati secondo lei signor sindaco, sono fantasmi. Noi, noi lepini, caro sindaco siamo stati ospitali, siamo generosi, lo siamo stati, in cambio? Ci avete cancellato da casa nostra. Non è una vergogna, è una cosa ignobile

Praticamente è come se in America dimenticassero i nativi pellerossa, in Australia gli aborigeni, e il Sudafrica fosse figlio di boeri, inglesi e indiani quindi Nelson Mandela non poteva manco esistere, perchè non esisteva la sua gente.

Non è una mancanza sindaco, è una offesa grave a chi in queste terre ci vive da oltre 2000 anni. Non è una vergogna è una negazione etnica.

Una offesa a migliaia di suoi cittadini, me compreso, che esisto quanto è vero che mi chiamo Lidano

Lidano Grassucci
Direttore di LatinaQuotidiano fino ad Aprile 2018. Giornalista professionista, laureato in scienze politiche, è stato direttore de Il Territorio, Tele Etere, Economia Pontina, caposervizio presso Latina Oggi e autore di numerose pubblicazioni.

CORRELATI

spot_img
spot_img