giovedì 30 Novembre 2023

Intervista a Briganti e Di Sauro: il turismo nei Monti Lepini, una grande risorsa per il futuro

di Francesca Leonoro – Abbiamo incontrato Quirino Briganti e Fabrizio Di Sauro, rispettivamente il presidente e il direttore de “La compagnia dei Lepini”, ente pubblico che, da anni, si occupa della promozione turistica nell’area dei monti Lepini. Con loro abbiamo parlato della risorsa turismo e delle diverse prospettive di sviluppo.

Innanzitutto, quali sono le potenzialità turistiche del territorio dei monti Lepini?

Stiamo parlando di un territorio che si estende su tre province (Latina, Frosinone e Roma, ndr), estremamente importante dal punto di vista archeologico, artistico e ambientale, con un’area montana particolarmente significativa e una biodiversità straordinaria. Va trattato con cura, cercando di leggere, tra le pieghe della sua storia millenaria, un’identità, giunta fino ai giorni nostri. I resti di Cora, Norba, Signa, Setia, Privernum e non solo, rendono quest’area una delle più rilevanti in Italia dal punto di vista archeologico.
Noi, de “La compagnia dei Lepini”, stiamo programmando uno sviluppo che sia il più possibile integrato e sistemico.

Qual è il trend degli ultimi anni, per quanto riguarda l’afflusso turistico?

Abbiamo un grosso afflusso nei nostri comuni specialmente in occasione degli eventi: ci riferiamo alle varie rassegne a tema storico, culturale, enogastronomico. Quello che dobbiamo fare, e stiamo lavorando in questa direzione, è cercare di avere un appeal turistico costante durante l’anno. Anche perché stiamo parlando di un territorio che richiede diversi giorni per essere scoperto.

Per l’appunto, come si può passare dalla visita estemporanea legata ad eventi singoli al soggiorno prolungato?

In realtà una presenza strutturale di visite con pernottamento c’è già, anche se bisogna senza dubbio potenziarla: per fare ciò, bisogna instillare nel turista l’interesse per il territorio dei Lepini nel suo complesso. Così facendo, il soggiorno si allungherà spontaneamente. Stiamo andando in questa direzione grazie ad alcuni importanti progetti, come “Destinazione Lepini”; ma anche grazie ad una strategia di comunicazione sui social, che punta a promuovere il territorio nel suo insieme.

Quanto può essere importante il turismo di culto, legato soprattutto alla presenza della Via Francigena del Sud?

La Via Francigena del sud attraversa tutti i comuni dei monti Lepini, sia il versante pontino che quello romano. Il tratto che interessa i Lepini è estremamente suggestivo ed è percorso da centinaia di pellegrini ogni anno. Per i Lepini questa è una bella sfida: bisogna cercare di stabilizzare le presenze e fare in modo che le attività private investano in questa direzione. Di recente, tra l’altro, la Regione Lazio ha emanato una legge quadro sui cammini che ha introdotto la possibilità di porre in essere strutture ricettive, entro i 500 metri di distanza dal passaggio della Via Francigena, basate sull’offerta spontanea di chi pernotta. Quest’opportunità può diventare un’attrattiva estremamente interessante per i pellegrini e può incrementare in modo significativo le presenze.

19 paesi dei Lepini hanno presentato la candidatura per “La città della cultura 2018”, progetto della Regione Lazio. Può dirci di più al riguardo?

È un’operazione estremamente importante, che ha raccolto l’adesione di 19 comuni dei Lepini, la quasi totalità degli stessi. Il progetto che abbiamo presentato alla Regione Lazio prevede essenzialmente tre idee: il ‘Festival dell’Archeologia’, il ‘Festival dell’Arte e dell’Architettura’ e il ‘Festival delle Tradizioni e della Cultura Popolare’. Dentro questi tre contenitori si svilupperanno una serie di iniziative interessanti. Certo, stiamo parlando, per ora, solo di una candidatura, ma il fatto che quasi tutti i paesi dei Lepini abbiano deciso di unire le forze in un progetto comune è già una grandissima notizia: vuol dire che la governance del territorio ha capito quanto sia importante fare sistema.

Il parco dei Lepini è una tematica molto dibattuta, può spiegarci meglio in cosa consiste il vostro progetto?

Intanto, di Parco Regionale dei Monti Lepini si parla dall’inizio degli anni ’70. Basti pensare che dal confine del Lazio con la Campania, fino ad arrivare a Roma, Ausoni, Aurunci, Castelli Romani e Appia Antica sono parchi, l’unico ‘buco’ è costituito proprio dall’area dei Lepini. Stiamo parlando di un territorio naturale caratterizzato da un altissimo livello di biodiversità, con un’estensione che ne farebbe il parco più grande del Lazio. L’istituzione del parco che, ricordiamolo, deve avvenire con legge regionale, oltre ad essere una molla per lo sviluppo locale, sarebbe un importante strumento di tutela del territorio: pensiamo, ad esempio, alla prevenzione del fenomeno degli incendi.

Per concludere, quale consiglio si sente di dare agli amministratori dei paesi dei monti Lepini per migliorare l’offerta turistica?

Il consiglio che mi sento di dare è che si continui a perseguire questa idea di sviluppo integrato e sistemico, perché questo è l’unico modo per far crescere questo territorio e per dialogare e competere con altri sistemi territoriali. Solo se riusciremo a potenziare sempre di più la nostra competitività come sistema, raggiungeremo gli ambiziosi obbiettivi che ci siamo posti.

* Francesca Leonoro è corsista del Workshop in Giornalismo Digitale organizzato da Net in Progress e LatinaQuotidiano.it

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