di Giusy Cavallo – Sono dati allarmanti quelli che emergono dal Rapporto della Uil su disoccupazione e crisi dal titolo – ironico se non ci fosse da piangere – “No Pil? No Jobs”. Secondo il sindacato dall’inizio della crisi sono andati persi un milione di posti di lavoro di cui oltre 567mila di lavoratori dipendenti.
Ma la problematica del nostro Paese va ben oltre la mancanza di occupazione, infatti a mettere in difficoltà gli italiani non è solo la quantità ma la qualità del lavoro. Secondo quanto riporta la Uil nel 2013 quasi 13 milioni di nostri connazionali hanno fatto i conti con un lavoro instabile, si tratta in pratica di 1 persona su 3 che ha “conosciuto forme di sofferenza e insicurezza occupazionale”: lavoro precario, riduzione di ore, part time forzato, fino ad arrivare alla cassa integrazione e alla mobilità. L’incremento rispetto al 2008 è del 42,6%.
Le regioni e le province che hanno registrato il disagio più grande sono in particolare quelle del Sud, fa tristemente eccezione Latina che, unica del Centro Nord insieme a Rimini e Ascoli Piceno, risulta essere una di quelle in maggiore difficoltà. Questo rapporto va a confermare i dati che qualche giorno fa ha reso noti il Sole24Ore sulla situazione di crisi in italia, dove la nostra città si è classificata seconda in questa classifica negativa.