mercoledì 29 Marzo 2023

In principio fu il “bello”

di Claudia Saba – In principio fu il “bello”.

Più precisamente la promessa del bello.

E nel 2016, dopo l’insediamento in Comune del sindaco Coletta, tutta la città si aspettava il bello dappertutto.

Sui muri, per le strade, ai bordi di ogni marciapiede, nei giardini.

Ma il bello non arrivò.

Arrivarono invece le Coop, le parodie del carnevale, le cene solidali in piazza, le nuove vie e strade “dedicate” con tanto di Boldrini a seguito quando il  “Parco Mussolini” diventò “Parco Falcone e Borsellino”.

Arrivarono le chiusure delle chiese e dei pochi luoghi in cui si piangeva la miseria.

Tra sorrisini ironici dei vari consiglieri, ai cittadini che chiedevano con insistenza un confronto e un rendiconto di quel “bello” mai arrivato.

Perché c’erano i debiti da risanare, il malaffare da denunciare e che solo grazie a LBC si era riusciti a debellare.

Tutta colpa di “quelli di prima” ma anche e soprattutto del silenzio tombale di una sinistra mai pervenuta.

Ma le varie inchieste giudiziarie erano già iniziate molto tempo prima dell’avvento di capitan Coletta che invece ne reclama la paternità.

E allora vale la pena ricordare che…
Ci volle Barbato, il commissario straordinario nominato dopo la fine dell’amministrazione Di Giorgi, a far luce sul buio di tanti e tanti anni di destra e che nessuno di sinistra si è mai sognato di osteggiare.

Ci volle Barbato a spaziare dall’urbanistica, con la sospensione dei piani particolareggiati,
alle attività in materia di anticorruzione.

Dalla Marina di Latina alla situazione della Latina Ambiente passando per la “verifica delle offerte anomale”.

Fu lui per primo ad affrontare la questione dello stadio Francioni, del palazzo della cultura con la chiusura del teatro D’Annunzio fino agli investimenti per il Centro di Alta Diagnostica.

E vale la pena ricordarlo soprattutto a quella sinistra assente da tempo, che oggi si “accoda” invece di costruire, incapace di creare qualcosa di nuovo e diverso per la città.

Diciamo la verità, Coletta è un po’ il Calenda della situazione, il radical chic che vuole meriti che non ha, che fino a ieri ha tenuto lontano i cittadini, ma che oggi li insegue per un voto in più.

Grazie a un Pd inadeguato che non ha alcuna carta da giocare.

Che non prova nemmeno a riscattarsi, magari anche perdendo, ma iniziando a ricostruire una propria identità di spessore.

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