Il 2018 di Cisterna finisce come era iniziato: senza un sindaco e sotto la guida del commissario prefettizio Monica Ferrara Minolfi. È stato decisamente un anno da dimenticare per la politica locale, travolta dalla giustizia e dalle sue molteplici sfaccettature.
Giustizia come inchieste: è ciò che segna la fine anticipata dell’amministrazione di Eleonora Della Penna. Era il dicembre 2017, l’operazione Touchdown azzera la giunta, al sindaco non rimane che dimettersi. Il 2 gennaio 2018 Eleonora Della Penna non è più sindaco di Cisterna, e il prefetto si affida a Monica Ferrara Minolfi.
La fine anticipata dell’era Della Penna porta con sé il ritorno di Mauro Carturan. L’ex sindaco, sconfitto proprio da Eleonora Della Penna nel ballottaggio del 2014, aveva annunciato il suo ritiro dalla politica. Ma con l’uscita di scena di colei che doveva essere il rinnovamento e che è inciampato nelle inchieste, Mauro Carturan si ritaglia di nuovo un ruolo di primo piano.
“Non mi sarei candidato di nuovo contro Eleonora Della Penna, ci avevo già perso”, ha spiegato più volte. Ma senza Eleonora Della Penna, eccolo di nuovo in campo, contro Gianluca Del Prete, che doveva essere il suo delfino, e invece no, Carturan cambia idea, non lo appoggia e anzi lo sfida.
Le elezioni del 10 giugno dicono che a Cisterna non c’è più voglia di rinnovamento, meglio l’usato sicuro, meglio uno che il sindaco lo sa fare e lo ha già fatto. E infatti Carturan vince al primo turno, con il 50,02% dei consensi, doppiando Del Prete, fermo al 24%.
Tutto finito? Macché. Interviene la giustizia amministrativa.
Il giorno delle elezioni si rincorrono voci di anomalie dentro e fuori dai seggi. La vittoria di Carturan al primo turno per tre risicatissimi voti, porta lo sfidante a tirare le somme e fare un ricorso al Tar.
Probabilmente Gianluca Del Prete si sarebbe aspettato un riconteggio delle schede. Ma non aveva previsto un verdetto che fa diventare Cisterna un caso nazionale: si torna al voto, sì, ma solo in quattro sezioni dove non tornano i conti. Il Tar non parla mai di brogli, si limita a rilevare come in quattro seggi ci siano divergenze tra schede consegnate, schede votate, schede restituite. Ma soprattutto il Tar annulla la proclamazione degli eletti. Tutti a casa, di nuovo. Ed ecco arrivare di nuovo il commissario prefettizio Monica Ferrara Minolfi.
Del Prete festeggia a metà, perché di fatto è partita una campagna elettorale circoscritta a poche migliaia di elettori che dovranno andare a rivotare il 6 gennaio. Carturan prende atto della sentenza e si rimbocca le maniche. Rinuncia persino al ricorso al Consiglio di Stato, perché ha fretta di tornare al voto e i tempi della giustizia, si sa, sono lentissimi.
Le elezioni suppletive del 6 gennaio dovranno confermare la vittoria di Mauro Carturan al primo turno, oppure manderanno Cisterna al ballottaggio già fissato al 20 gennaio.
Nel frattempo, in una città che fatica a trovare una guida politica, si consumano due tragedie che fanno parlare per giorni le cronache nazionali.
Il 28 febbraio il carabiniere Luigi Capasso spara e ferisce l’ex moglie Antonietta Gargiulo, poi entra nella casa di lei a Collina dei Pini, e uccide le due figlie, Alessia e Martina, 13 e 7 anni, per poi togliersi la vita. Si dirà che i servizi sociali non hanno funzionato, che la comunità non ha visto una famiglia che chiedeva aiuto, che quella donna era stata lasciata sola, che neppure l’arma dei Carabinieri aveva notato il malessere dell’uomo.
Passano pochi mesi e il 18 ottobre 2018 inizia a girare la voce che a Roma sia stata trovata morta di overdose una ragazza di 16 anni di Cisterna. La tragedia di Desirée è una storia di droga ma non una storia di overdose come le altre. Le indagini parlano di una ragazzina finita chissà come in una palazzina abbandonata nel quartiere di San Lorenzo a Roma, in balia di pusher e spacciatori immigrati che l’avrebbero stordita e poi violentata. Al momento quattro persone sono in carcere e un pusher è agli arresti domiciliari. Anche in questo caso, dove erano i servizi sociali, chi ha lasciato sola la famiglia?
Lo ammette anche Mauro Carturan: mancano a Cisterna dei punti di incontro per i ragazzi, dei luoghi di aggregazione dove i più giovani possano stare, magari lontano dai pericoli delle strade. Magari così la tragedia di Desirée si sarebbe potuta evitare.
Ma manca a Cisterna una guida politica e autorevole stabile. Da questa partono poi tutti quegli accorgimenti che fanno sentire una comunità protetta e tutelata. L’alternativa è una città allo sbando.
A Cisterna adesso è buio, talmente buio che nessuno si è preoccupato di addobbare la città con le luminarie di Natale. Il 2019 deve assolutamente portare a Cisterna la stabilità che merita.