Ancora bilanci neri per la Sanità regionale del Lazio che dopo essere uscita da un commissariamento decennale ancora non riesce a far quadrare i conti e questo grava pesantemente sulle tasse dei cittadini che sono i più tassati d’Italia con l’addizionale Irpef al 3,3 per cento (il massimo previsto) e l’aliquota Irap al 4,8 per cento anche questa alle stelle. E si pensa anche ad un nuovo commissariamento del settore sanitario regionale che vanta ancora un deficit vicino al 5 per cento del fondo sanitario regionale che si aggira sugli 11,5 miliardi.
I conti non sembrano lasciare scampo, il saldo negativo tra entrate e uscite, il deficit, è altissimo e riguarda soprattutto quello dei sei più grandi ospedali del Lazio: il San Camillo, il San Giovanni, gli Ifo (Istituti fisioterapici ospitalieri: Regina Elena e San Gallicano), fino ad arrivare ai policlinici universitari Umberto l, Sant’Andrea e Tor Vergata. Il loro disavanzo sfiora il mezzo miliardo, con una punta di 150 milioni circa solo per il San Camillo,