Sapete le guerre? Bologna e Modena litigarono e si fecero guerra per una secchia “rapita”, i sabini non digerirono mai che le sorelle si fidanzarono con i romani.
Le guerre sono così, a Gaeta non rapiscono una secchia ma un festival, lo Yacht Med Festival, marchio di Camera di Commercio di Latina, che lo ha gestito per lustri ai tempi del regno di Zottola e che ora fa “passo”. Nasce, il festival, per celebrare le virtù marinare dei pontini, si dice, dei gaetani in realtà. Tutti marinai, capaci di farsi Caboto e scoprire il mondo, per anni si esaltano una industria nautica che più si “esalta” e più chiude, uno sbocco al mare che scema, per la crisi, per la fragilità del tessuto imprenditoriale, per la concorrenza dei poli nautici italiani che si attrezzano nella crisi e non fanno gli indifferenti alla crisi. Il minifestival che entrerà in campo in questa primavera sarà mini, di una cosa che grande non fu mai, una sorta di minimè. Ma è l’intreccio sul marchio che affascina, se la proposta delle imprese, a cominciare da Imprese Oggi, annovera anche il Consorzio industriale sud pontino che tra gli azionisti ha anche la Camera di Commercio. Camera che detiene il marchio, che ha deciso di saltare l’evento e si trova a sponsorizzarlo di sponda: come se la Fiat si lamenta che la Renault ha fatto una Twingo come la sua 500, ma è azionista dello stabilimento che fa la copia.
Guerre, guerre che per pretesto hanno una secchia ma per ragione l’idea che si è “esenti” dai controlli, dalle scelte, dal tempo, dalla ragione. Non ci sono più i cantieri, non costruiamo barche, abbiamo un sistema portuale da diporto in grande difficoltà, e la risposta non può essere la fiera con le ciambelline e il distributore di chinotto. Magari uscire da un provincialismo che ci illude di stare al centro del mondo, invece del mondo siamo una piccola parte. Basta percepirsi per quel che si è per farsi grandi.