“Il verticismo delle origini non paga più, allora aveva un senso con l’invenzione di quel grande uomo del presidente Berlusconi. Ora tutte le cariche devono essere elettive. Il Pd ha rinnovato i suoi vertici, noi non lo facciamo mai. Se siamo un partito in cui si indicano gli amici, i parenti, i propri cari non funziona. Noi dobbiamo scegliere il meglio”.
E’ scatenato il coordinatore di Forza italia Lazio, Claudio Fazzone.
Le sue parole sono chiare e dirette.
Cambiamento, partecipazione, condivisione, le parole chiave.
L’occasione è fornita dal congresso azzurro che si sta svolgendo in queste ore a Roma, presso l’hotel Colombo, e che segue quello svoltosi a Frosinone.
La stagione dei congressi è aperta in tutta Italia.
Sabato prossimo si svolgerà sempre nella Capitale l’assemblea nazionale del partito in cui è prevista la partecipazione dello stesso Silvio Berlusconi.
“Perché gli elettori ci hanno abbandonato? E’ una riflessione che deve fare il partito al suo interno. Perché ci votano sette giovani su 100 in Italia? C’è un grande spazio politico in questo Paese, ma non dobbiamo continuare a parlare dei nostri alleati-avversari. L’organizzazione deve essere trasformata, Tajani qualcosa ha fatto. La politica – continua Fazzone – va fatta nei territori, tra la gente, ma anche con una piattaforma digitale che intercetti i social”.
La posizione di Fazzone non lascia dubbi ad interpretazioni.
I medesimi temi il coordinatore regionale li aveva trattati già alcune settimane fa anche nel corso dell’incontro con gli amministratori di Forza Italia a Fondi.
“Serve un partito con pieni poteri al suo leader, un leader che giri l’Italia, così recuperiamo consenso. Non può essere l’unica salvezza il grande presidente Berlusconi, saremmo sulla strada sbagliata. Dobbiamo cambiare dopo che lui per 25 anni ci ha dato gli strumenti per andare avanti. Parliamo sempre di cose che abbiamo fatto, ma gli italiani vogliono sognare per quello che si farà. Non possiamo essere sempre i soliti”.
Il rinnovamento passa per il confronto e per la competizione, soprattutto quando è sana e non viziata da facili personalismi.
“Dobbiamo rinnovare la classe dirigente. E’ positivo che qui al congresso ci siano due liste, il confronto è positivo, porta alla morte pensare – conclude Fazzone – di essere sempre noi i migliori. O Forza Italia cambia o ci cambiano“.
Uno sguardo importante Fazzone lo riserva ai giovani: “Serve un organismo giovanile che sia libero e che, liberamente, elegga i propri rappresentanti”.
Dopo Fazzone prende la parola il vice presidente di Forza Italia e presidente del parlamento europeo, Antonio Tajani.
“Il cambiamento in Forza Italia è iniziato con il congresso del nostro movimento giovanile, in cui abbiamo impedito che qualcuno decidesse da fuori chi eleggere. La stagione congressuale è stata fortemente voluta da me, anche se qualcuno resisteva, e inizia nel Lazio e oggi a Roma.L’elezione della classe dirigente va fatta in tutta Italia”.
Al congresso di Roma sono due le liste presentate, quella capeggiata dal capogruppo in consiglio regionale, Antonello Aurigemma, sostenuto tra l’altro dal collega consigliere Adriano Palozzi, e quella che fa capo a Davide Bordoni, capogruppo in Campidoglio.
“Il problema è di contenuti, quanto alla democrazia interna esistono già – conclude Tajani – diverse opzioni per il congresso di Roma”.
I prossimi congressi dovrebbero vedere protagonista la provincia di Latina dove non si esclude, come accaduto a Roma, più di una candidatura sia ai comunali che al provinciale.