Parte con calma Vincenzo Zaccheo oggi nel suo lungo intervento al circolo cittadino nell’incontro con la stampa e i residenti di Latina per presentare alcuni candidati della sua lista e un anticipo del programma che sarà presentato nella sua interezza il 4 settembre prossimo.
La sala è piena, tanto che gli organizzatori provano a non far entrare qualcuno per via del Covid. Zaccheo è pieno di energia, prende la carica dai giovani che hanno deciso di affiancarlo e di presentare a lui proposte da realizzare per la città, e dall’amore che non lo ha mai abbandonato per il suo territorio.
Con loro la senatrice Marinella Pacifico e il senatore della Lega Gianfranco Rufa, e poi Alessandro Calvi (FI) e Nicola Calandrini (FdI).
Zaccheo parla prima del fatto che la sua candidatura, ha detto, “è stata spinta dal basso verso l’alto” e non dettata dalle segreterie nazionali. Ha ringraziato per questo le segreterie provinciali dei partiti della sua coalizione. Poi ha spiegato di non essere orfano di partito “perché il mio partito è la città di Latina”. Infine è ripartito dalle ultime elezioni: “All’epoca – ha detto – parlavo il linguaggio dell’io farò, ora vi dico: noi faremo”.
Quindi ha ripercorso il suo impegno per Latina e ripercorso le cose fatte: “In un anno portai nelle casse comunali 189 mln di euro a fondo perduto. Negli anni a crescita zero in Italia Latina cresceva del 7%”. Ha parlato delle rotatorie pensate per aumentare la sicurezza stradale. Delle campagne nelle scuole per l’utilizzo del casco. Dell’università.
Poi a mano a mano si è infervorato, ha raccontato di come dopo il sequestro di Rio Martino si sia speso per la sua riapertura. “Rassicuro i pescatori che nel giro di poco tempo mi impegnerò a riaprire Rio Martino”.
Ha parlato del porto, del policlinico di Borgo Piave spiegando che saranno possibili “perché noi li pensammo e mettemmo in atto i provvedimenti necessari per porre le basi per la loro realizzazione”. Così come l’idea, che sarà ripresa, di delocalizzazione il depuratore dentro la Sogin.
Ha ancora sottolineato la battaglia per ottenere i ristori del nucleare che il governo aveva tenuto per sé al 70 per cento. “Il sindaco Coletta mi chiese aiuto e preparammo l’opposizione tardiva per ottenere i fondi, opposizione che poi non fu firmata da questa amministrazione perché pensavano che avessero ancora tempo. Invece andarono persi 112 mln di euro. Ho già pronta la richiesta con un’opposizione tardiva – ha preannunciato – perché il Comune abbia queste risorse”.
Poi non si è più contenuto parlando del teatro ancora chiuso. “Vi dò una notizia – ha continuato – anche l’ospedale di Latina non è a norma. Si va in deroga. Come avevamo fatto con il teatro. Non ci si costituisce – ha detto praticamente urlando – contro il comando provinciale dei vigili del fuoco. Si dialoga, ci si aiuta. Anche per lo sport: la pallavolo non c’è più, la pallanuoto non c’è più, il calcio a 5 non c’è più. Non vi ho parlato degli eventi – continua ormai elencando nomi – Ennio Morricone che viene a festeggiare 50 anni qui a Latina, Vasco, Tiziano Ferro”.
Quindi lancia la proposta di una cittadella universitaria utilizzando gli edifici di fondazione, come l’archivio di Stato. “Al palazzo M hanno studiato generazioni di giovani, è giusto che sia destinato all’università. Non è una cacciata della Guardia di finanza, c’è già un accordo”.
Infine si ripropone di ripristinare la scala di Angiolo Mazzoni del palazzo delle Poste al centro e di aprire una scuola della pubblica amministrazione. “Come nonno ho pensato anche a i bambini e alla tradizione e porterò a Latina il a Festival delle marionette. Non ho nostalgia del passato – ha concluso – ma nostalgia del futuro”.
E poi i monumenti ai caduti “che sono stati trascurati” e i borghi: “dove c’è la famiglia, i valori, il rispetto, le nostre radici”.
“Il mio impegno – ha concluso – è quello di consegnare il testimone. Devo aiutare i giovani e i partiti a formare una nuova classe dirigente. Ai giovani dico: tornate alla militanza, alla passione, al servizio”.